Lega, un congresso epocale per cancellare la parola “Nord”
Lega non Nord. Matteo Salvini si prepara a cambiare la faccia del movimento da lui guidato. A completare la transizione che ha avviato sin dal giorno della sua elezione, nel 2013. E cioè trasformare la Lega da partito sindacalista del territorio, nordista nonché padano, in movimento autenticamente nazionale. Il passaggio non è semplice ne indolore, spiega “il Corriere della Sera“.
Salvini potrebbe convocare il congresso
Appuntamento chiave, il prossimo congresso della Lega: non che le scadenze naturali siano mai state un problema, ma tecnicamente Salvini concluderà i tre anni del suo mandato il 16 dicembre. E dunque, un giorno dopo il referendum, Salvini potrebbe convocare il congresso, magari già per gennaio. Obiettivo, incidere sul più intoccabile credo della base leghista, quello scritto nell’articolo ideilo statuto: la Lega «ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana». Cambiare questo significa, insomma, scardinare dalle fondamenta l’impianto del partito fondato da Umberto Bossi.
Bossi: «La Lega nazionale? Una ca…ata»
Resta il fatto che. Salvini lo sa, quel nordismo è troppo ingombrante per poter sperare di crescere in tutta Italia davvero. Primo problema, il nome. L’ipotesi di qualche tempo fa, chiamare il movimento «Lega dei popoli» (denominazione anche del gruppo alla Camera), pare tramontata. L’idea, dicono, è quella di limitarsi ad accorciare la ragione sociale e chiamarsi semplicemente Lega. Altra questione, i movimenti gemelli come Noi con Salvini, teste di ponte nel centro sud. Il segretario vorrebbe semplicemente inglobarli nella nuova Lega, ma anche que sto è percorso accidentato. Spiega il perché, con tono fumante, un deputato: «In Lega si diventa militanti anni dopo aver preso la prima tessera. Quanta militanza si sono fatti quelli di Noi con Salvini?». Riuscirà il segretario a far digerire ai circa cinquecento delegati del movimento che fu padano e pure celtista le modifiche allo statuto? Troverà il consenso, per esempio, dei Giovani Padani che ancora al raduno di Pontida di settembre, inneggiavano imperterriti all’indipendenza? Non è affatto detto. Soprattutto, non è detto che lui tenti la svolta vera.