Letterina della Ue contro la manovra. Per Berlusconi fu l’inizio della fine
Il 5 agosto 2011, al culmine di una crisi delle borse europee ed un forte ampliamento del differenziale tra i tassi sui titoli italiani e quelli tedeschi (spread), il governatore uscente della Bce, Jean Claude Trichet, e quello in pectore, Mario Draghi, scrissero una lettera segreta al governo italiano, all’epoca presieduto da Silvio Berlusconi, indicando una serie di misure da attuarsi al più presto nella successiva manovra economica. Fu l’inizio del tentativo, riuscito, di defenestrazione di Berlusconi per far posto al fiduciario di Bruxelles Mario Monti. Oggi la scena si ripete, in un contesto molto meno drammatico. La Commissione si prepara ad inviare all’Italia la lettera con le richieste di chiarimento sulle bozze di bilancio, altrimenti detta manovra economica, prima del giudizio atteso per fine mese: Bruxelles è intenzionata ad un sostanziale ok sulle spese per i migranti e la ricostruzione post-terremoto, mentre avrebbe dubbi sulle troppe una tantum ed il piano nazionale di salvaguardia anti-sismica, oltre che rivolgere critiche sull’eccesso di deficit.
Manovra, le repliche di Renzi alla Ue
«Non è importante, non è decisivo, lo 0,1% o questa manovra», ha detto ieri il premier ospite di “In Mezzora” su RaiTre, minimizzando sulle lettere in arrivo (“sono fisiologiche”). «L’elemento di discussione con l’Ue è il bilancio europeo dei prossimi anni, noi siamo impegnati in una battaglia storica perché il bilancio Ue tenga insieme diritti e doveri», ha aggiunto, ribadendo la linea annunciata giovedì agli europarlamentari del Pd e sostenuta dopo il vertice europeo: l’Italia, guida del fronte progressista europeo, è impegnata per un profondo cambio di direzione dell’Europa. In attesa delle lettere che oggi partiranno per l’Italia ed altri paesi, tra cui Belgio, Spagna, Portogallo, Estonia e forse Francia e/o Olanda, il premier sposta il dibattito sul piano politico. Già nella conferenza stampa a conclusione del vertice, in cui tra l’altro è riuscito a stoppare la minaccia di ulteriori sanzioni economiche alla Russia per le azioni in Siria, Renzi aveva argomentato che l’Italia non si aspetta una bocciatura, semmai procedure di infrazione per chi non rispetta le norme sui migranti. A Roma intanto, non sembra ancora aver assunto una forma definitiva il testo della legge di bilancio, attesa in Parlamento il 20 ottobre, ma non ancora approdata in Commissione. “Siamo assolutamente in regola. C’è un termine, il 20 ottobre, che non è perentorio», si è giustificato Renzi, assicurando che il governo presenterà la legge in settimana.