Libia, otto donne dell’Isis si arrendono a Sirte. Erano schiave dei jihhadisti
Continua l’assedio delle forze libiche alla città di Sirte per liberarla dall’Isis. Una fonte militare delle milizie ha reso noto – scrive il portale Alwasat – che otto donne dell’Isis, di nazionalità eritrea si sono consegnate alle forze al Bonyan al Marsous. Le donne, usate come “schiave” dai jihadisti, “appartenevano” al capo della formazione terrorista, e si sono arrese a seguito dei continui raid aerei sulla città di Sirte nelle ultime 24 ore.
Otto donne dell’Isis si consegnano a Sirte
Il sito Facebook delle milizie ha mostrato i volti delle otto donne eritree appartenenti all’Isis. Indossano un velo nero sul capo. Le forze di Misurata hanno poi lanciato un appello a tutti i civili o ai collaborazionisti dell’Isis, intrappolati nei quartieri teatro dei combattimenti, ad arrendersi e a consegnare le armi. Sempre a Sirte sono stati uccisi due elementi di spicco dell‘Isis: Malek el Hazemi, alias Abu Ibrahim, ex “sindaco” di Derna quando la città era sotto il giogo dello Stato islamico, e Ibrahim el Akouri, ex giocatore di calcio locale. Intanto è rallentata l’offensiva verso Mosul dell’esercito iracheno da sud, e in particolare quella dei miliziani Peshmerga curdi da est, dopo che lunedì gli stessi curdi avevano detto di essere arrivati a una quindicina di chilometri dalla città. Un’inviata della televisione panaraba Al Arabiya vicino alla linea del fronte tra le forze curde e i miliziani dell’Isis riferisce che i Peshmerga si sono praticamente fermati, dopo aver affermato di avere preso il controllo ieri di 8-10 villaggi ad est della città roccaforte dello Stato islamico. Ma la stessa giornalista della televisione panaraba sottolinea che da alcuni di questi villaggi si vedono ancora alzarsi colonne di fumo degli incendi appiccati dai jihadisti, che quindi sembrano ancora presenti. In particolare, i curdi non sono ancora riusciti a prendere il controllo del principale villaggio cristiano di questa regione, quello di Bartella. Intanto la televisione curda Rudaw ha informato che a sud le forze dell’esercito di Baghdad sono costrette ad avanzare lentamente, villaggio dopo villaggio, per bonificare gli abitati da esplosivi lasciati dai jihadisti in ritirata, per la presenza di cecchini e per il pericolo di attacchi suicidi. «Questa offensiva non è una passeggiata verso Mosul, ma una lenta avanzata», sottolinea l’emittente.