Ancora un libro sui segreti di Adolf Hitler: stavolta si tira in ballo la droga

5 Ott 2016 18:39 - di Redazione

Il sospetto che Adolf Hitler facesse uso di droghe come cocaina e altri potenti stimolanti era diffuso. Ora un libro dimostra al grande pubblico, con almeno una prova documentale, che il Fuhrer facesse uso smodato di un oppiaceo simile all’eroina, tanto da essere definibile un “super-drogato” con le vene devastate da “migliaia di iniezioni”. Lo segnala il sito del quotidiano Telegraph recensendo la versione inglese di un libro uscito in Germania nel settembre scorso. L’autore, il premiato giornalista berlinese Norman Ohler, in particolare pubblica estratti dal diario di Theo Morell, il medico personale del Fuhrer. «Oggi ho eliminato le iniezioni per consentire ai precedenti buchi delle punture di rimarginarsi», scrive il dottore lamentando di non trovare più vene sane in cui iniettare la sostanza. «Nel gomito sinistro bene, a destra ha ancora punti rossi (non pustole) dove sono state fatte le iniezioni», aggiunge il medico nel documento riportato dal volume dal titolo Blitzed: Drugs in Nazi Germany.

Il libro di Ohler: Hitler faceva uso di eukodal

Secondo Ohler si trattava soprattutto di eukodal che fu prescritto a Hitler in seguito a una crisi nervosa avuta nel 1944, dopo essere rimasto ferito nell’attentato del “Piano Valchiria”, quello del 20 luglio in cui i congiurati del colonnello Claus Schenk von Stauffenberg cercarono di assassinarlo con una bomba piazzata sotto un tavolo durante una riunione nella “tana del lupo”, il quartier generale nella Prussia orientale. Una dipendenza di Hitler dalla metanfetamina era emersa da un dossier dell’intelligence Usa oggetto di un documentario due anni fa. Come riporta il Telegraph, “storici britannici” hanno elogiato il lavoro di Ohler che spiega con l’abuso di eukodal il comportamento paranoico avuto dal dittatore nazista sul finire della sua esistenza, conclusa il 30 aprile 1945 dal suicidio nel bunker della cancelleria di Berlino all’arrivo dei sovietici. Lo studioso ha detto al giornale di ritenere che «dal 1944 in poi, Hitler non fu sobrio nemmeno un giorno», diventando «paranoico e ansioso. Chiese al dottor Morell di riportarlo ad avere fiducia in se stesso e così, da quel momento in poi, ricevette migliaia di iniezioni, più frequentemente eukodal, che è come l’eroina ma con un maggiore potenziale in grado di renderti euforico».

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