I genitori di Luca Varani: ucciso con ferocia, per gioco. Non perdoneremo
È durata circa due ore l’ultima udienza dell’incidente probatorio disposto dal gip di Roma nell’ambito del procedimento a carico di Manuel Foffo e Marco Prato, i due giovani accusati dell’omicidio del ventitreenne Luca Varani. L’atto istruttorio irripetibile ha confermato quanto emerso nelle scorse settimane in merito alle perizie depositate dagli esperti incaricati degli accertamenti tecnici. Tracce biologiche di Marco Prato sono state riscontrate sia sul martello utilizzato per colpire Varani al capo, sia sul coltello da pane usato per infliggere al giovane decine di ferite all’addome. Circostanza quest’ultima che smonterebbe la tesi, sostenuta da Prato, secondo la quale quest’ultimo non avrebbe preso attivamente parte all’omicidio, confessato invece dall’altro indagato, Manuel Foffo.
Il padre di Luca Varani, Giuseppe, in un’intervista a Porta a Porta che andrà in onda questa sera, ha detto che suo figlio è stato ucciso con ferocia, per gioco: “È stato ucciso da quei due così… per gioco. Subito l’ho capito e difatti si è saputo che personaggi sono. È caduto in una trappola. Hanno colpito a morte anche noi. Quando si cancella questa cosa? Tutto quello che è stato detto, poi…”. “Luca è stato ucciso con grande ferocia – ribadisce il papà -. Ho visto mio figlio in camera mortuaria ed era irriconoscibile per come lo avevano conciato. Ed io ho visto solo una minima parte del corpo. Per noi è una ferita che si allarga sempre. Solo quel bimbo avevamo noi. Ci manca, per noi era tutto. Abbiamo fatto tanto per averlo. Abbiamo aspettato dieci anni per averlo (in adozione, ndr) e arrivano due a distruggerci tutto quello che abbiamo costruito”. E ancora: “Pensiamo sempre a come è stato fatto questo omicidio… per fargli del male, per farlo soffrire. Col coltello seghettato. Non voglio dire altro, tanto che non ho voluto vedere neanche la perizia. A noi è cambiato tutto. Andare avanti ora è dura”.
La madre, Silvana Varani, difende la memoria del figlio: “Come hanno descritto mio figlio è proprio una cosa fuori dal mondo – sottolinea la donna -. Tutto quello che hanno scritto non esiste. È come se lo avessero ucciso un’altra volta” e aggiunge che Luca potrebbe essere stato attirato nell’appartamento del Collatino “da una proposta di lavoro”. Luca e la sua fidanzata, Marta Gaia, “volevano sposarsi, avere dei figli. Il dolore più grande è che gli hanno troncato la vita, hanno spezzato i sogni di un ragazzo di 23 anni”, continua mamma Silvana. “Io penso che lui, essendo troppo buono, è stato adescato più facilmente degli altri in questa trappola – afferma -. È da impazzire pensare alle torture che ha subito. Per niente, poi, senza alcun motivo. Non so per quale motivo è morto mio figlio”. Esclude, infine, di poter mai perdonare i due assassini: “Questo è un caso che non merita il perdono. Non stiamo parlando di un incidente, ma di ragazzi che hanno torturato un altro ragazzo senza motivo. Quindi il perdono non è proprio da prendere in considerazione”.