Per screditare Putin i media inventano un caso diplomatico ridicolo

4 Ott 2016 13:25 - di Redazione

Audite audite, due caccia bombardieri russi sono stati avvistati sulle coste bretoni in Francia. Al ridicoli0 non c’è mai fine. Pur di screditare Putin inventerebero di tutto. La notizia viene data in pompa magna, spacciata come un caso diplomatico grave, con titoli inequivocabili: due caccia bombardieri russi sono stati intercettati al largo della Bretagna, leggiamo. L’incidente risalirebbe al  22 settembre, scrive il giornale Le Telegramme, citando una nota pubblicata sul sito del ministero della Difesa di Parigi all’indomani di quello che si vorrebe far passare per un grave incidente. La verità è più semplice, ma  per gettare discredito sulla Russia, ipotizzando chissà quale finalità,  i media drammatizzano quello che ha tutti i connotati di una prassi consolidata: i due caccia bombardieri, infatti, sono partiti dalla Norvegia e per passare dalla Norvegia alla Spagna hanno naturalmente  sorvolato le coste bretoni. Tutto torna secondo la normale logistica. I due bombardieri sono stati infatti prima scortati da due caccia F-16 norvegesi, poi dalla Royal Air Force britannica. E’ stata quindi quest’ultima ad avvertire la Francia, la quale a sua volta ha fatto subito decollare due caccia Rafale per scortare i bombardieri. Dov’è allora il caso?

I media francesi: « Putin provoca»

«I due Tupolev Tu-160 hanno volato a un centinaio di chilometri dalle coste bretoni», dice radio RTL, ricordando che un caso simile già si produsse nel febbraio 2016, quando due bombardieri russi vennero intercettati al largo del comune di Touquet. Ma secondo i media transalpini, “c’è del marcio” e parlano addirittura di «una provocazione rispetto ai membri della Nato». Un modo per mostrare i muscoli, insomma. «Un messaggio per dimostrare la ritrovata potenza di Mosca rispetto all’Occidente, in un momento in cui gli interessi si affrontano indirettamente in Siria, dove i russi ignorano le accuse delle Nazioni Unite rispetto ai bombardamenti su Aleppo». Sì, ripetiamo, al ridicolo non c’è mai fine.

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