Donna col niqab rifiuta di farsi riconoscere: indaga la procura
Scoppia il caso della donna col niqab allontanata dal consiglio comunale. Ora sarà la procura della Repubblica di Pordenone a decidere se nel comportamento della donna di San Vito al Tagliamento (Pordenone) che ha rifiutato di farsi riconoscere, avendo il volto interamente coperto dal niqab, si possa configurare la violazione della legge 152 del 1975, che disciplina il comportamento delle persone nei luoghi pubblici e l’obbligo di riconoscimento. La polizia locale ha completato l’istruttoria della pratica e con il supporto dei militari dell’Arma ha provveduto a informare il pm di turno.
Niqab, il sindaco di Pordenone: le regole vanno rispettate
A parte i momenti di tensione – in cui nessuno è trasceso – tra la donna col niqab e il sindaco, Antonio Di Bisceglie (Pd), che ha ripetutamente chiesto all’ospite della sala consiliare di rendersi riconoscibile, non ci sono stati altri episodi eclatanti. Il primo cittadino ha ricevuto la solidarietà di numerosi compaesani e di molti colleghi della provincia di Pordenone e non solo, e ha ribadito di essere intervenuto per un «sacrosanto rispetto delle regole democratiche: era in corso il Consiglio comunale dei Ragazzi e non potevo derogare, proprio di fronte a loro, nell’applicare una norma storica che ritengo abbia una ratio estremamente condivisibile. Nessun intento polemico, ma una mera applicazione della legge, perché ci trovavamo all’interno della sala consiliare, con la sacralità dei riti che vi si svolgono quando si parla di democrazia». Il sindaco si è detto certo che la signora col niqab «abbia compreso le mie affermazioni perché si esprime bene in italiano. Ha deciso di non aderire alla mia gentile richiesta di mostrare il volto e io sono stato costretto a interrompere i lavori per affermare la prevalenza del diritto rispetto alle pretese del singolo».