Putin apre il corridoio per Aleppo, ma i jihadisti continuano a sparare
Vladimir Putin annuncia la tregua per Aleppo e i ribelli jihadisti la violano. Con tutti i corridoi umanitari sotto il fuoco incessante. Il presidente russo invia una forza navale per chiudere la questione Siria e suscita le ire di Londra. La solita manfrina mentre la gente muore. Tutto ciò accade nelle ultime ore. Nel bel mezzo della crisi in Medio Oriente e dell’attacco all’Isis a Mosul. Certo che la risposta del Cremlino alle accuse degli inglesi è stata piccata. E di quelle che non ammettono replica. Tanto è stata diretta e vera: «La causa dei disastri sono le interferenze occidentali – hanno ribadito gli uomini di Putin – e la mania di voler cambiare i regimi politici in casa altrui». Ma tant’è. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Così in Siria la pausa umanitaria e’ stata violata 43 volte nelle ultime 24 ore: lo ha spiegato il ministero della Difesa russo in una nota precisando che 19 violazioni si sono registrate nella provincia di Damasco, 18 in quella di Aleppo, quattro in quella di Hama e due in quella di Latakia. Il ministro della Difesa di Mosca, Serghiei Shoigu, ha annunciato che Vladimir Putin ha ordinato di estendere la “pausa umanitaria” ad Aleppo, con l’interruzione degli attacchi delle forze armate russe e di quelle siriane, di 24 ore. In una conversazione telefonica con il segretario di Stato Usa John Kerry, il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov ha denunciato che in Siria i miliziani minano la tregua ad Aleppo “e ostacolano l’evacuazione della popolazione” dalla città. “Tutti i corridoi umanitari” ad Aleppo ieri “sono stati sotto fuoco mirato costante” ha detto il ministero della Difesa russo in una nota aggiungendo che comunque attraverso i corridoi umanitari hanno potuto lasciare Aleppo anche “otto miliziani feriti”, a cui “sono stati dati – secondo Mosca – assistenza medica, cibo caldo e nuovi vestiti”. Un autobus avrebbe poi portato questi miliziani “nel territorio controllato dalle unità armate illegali fuori dalla città”. Intanto, secondo l’Onu, ad Aleppo non è possibile procedere all’evacuazione dei feriti perché mancano le condizioni di sicurezza. Già: per colpa di chi?