Referendum, Napolitano ammette: «”No” in vantaggio per i nostri errori»
Comunque vada il referendum, una cosa sembra certa: il Pd ne uscirà più che ammaccato. Se Bersani e Renzi sono molto più che separati in casa, infatti, un pezzo di storia di quel partito come Massimo D’Alema è già sull’uscio con la valigia in mano pronto a tuffarsi in una nuova avventura con l’obiettivo di incenerire l’attuale segretario-premier. Davvero non stupisce, quindi, se in questo clima da “guerra dei Roses” il Pd ufficiale abbia chiesto a un “pezzo da novanta” come Giorgio Napolitano di parlare alla scuola di formazione politica del Pd per spezzare più di una lancia in favore del “Sì“.
Napolitano ha parlato ai quadri del Pd
E il presidente emerito non si è fatto pregare più di tanto. Del resto, delle riforme che portano la firma di Maria Elena Boschi il vero ispiratore è proprio lui. Il loro varo fu la condizione che pose al Parlamento per la sua rielezione al Quirinale. Renzi non fa mistero di considerarlo la migliore freccia del suo arco per fare breccia nel muro della minoranza interna. Ma, almeno finora, risultati in tal senso non se ne sono visti. Forse è anche per questo che Napolitano imputa alla partenza non proprio felice della campagna elettorale gli attuali sondaggi, al momento avari di soddisfazioni per i sostenitori della “schiforma“: «Non si è partiti bene – ha ammesso il presidente emerito -: si sono commessi molti errori che hanno facilitato la campagna del “No“». Napolitano non lo dice esplicitamente, ma è fin troppo chiaro che ogni riferimento a Renzi è puramente voluto.
L’ex-presidente vero ispiratore della “schiforma”
Del resto, il premier era già stato pubblicamente bacchettato per il suo «se perdo mi ritiro dalla politica». Un eccesso di presunzione che Napolitano oggi torna a sottolineare, seppur implicitamente, con la matita blu. «Sì, Renzi ha capito», concede ora Napolitano davanti ai quadri dirigenti del Pd. D’altra parte è troppo scafato l’ultranovantenne ex-capo dello Stato, per non capire che il quarantenne Renzi ha ancora bisogno di lui. Altro che rottamazione.