Rifugiati, s’accende il dibattito in Germania. La Csu: «Schediamoli tutti»
L’arresto a Lipsia del giovane che preparava una bomba a Chemnitz ha riacceso in Germania il dibattito sui rifugiati. Una portavoce del governo ha riferito che la Merkel, attualmente in Niger nell’ambito di un viaggio in Africa, ha ringraziato le autorità di sicurezza ma ha espresso ringraziamento e riconoscimento anche per il siriano che ha informato la polizia contribuendo all’arresto. L’intervento ha bilanciato l’attacco politico sferrato da Horst Seehofer, il leader della Csu, l’ala destra bavarese del partito della cancelliera, chiedendo un esame capillare di tutti i rifugiati in Germania. Pure quelli che sono già nel paese devono essere esaminati “anche con il coinvolgimento dei nostri servizi segreti”, ha esortato Seehofer, forte del fatto che tre dei quattro attentatori entrati in azione in Germania nel luglio scorso erano profughi e in due casi simpatizzanti dell’Isis. Da giugno diversi siriani inoltre sono stati arrestati col sospetto di preparare attentati in quattro casi. Contro il nesso automatico profughi-Stato islamico, si è schierato il partito di sinistra “Linke” che, attraverso il capogruppo parlamentare Rico Gebhardt, ha messo in guardia dal “denigrare in blocco tutti i rifugiati come sospetti terroristi”. È dall’apertura temporanea delle frontiere del settembre-ottobre dell’anno scorso, decisa da Merkel per risolvere la crisi umanitaria dei profughi bloccati nei Balcani, che il dibattito politico tedesco continua a essere connotato dalla questione delle migrazioni.