Dall’intervento di Draghi ai dati sulla Cina: per l’economia giorni di fuoco
Sarà questa una settimana molto ricca per la finanza. Una veloce lista in ordine d’importanza (per il nostro Paese) dei principali eventi che potrebbero influenzare i mercati vedono, in primo luogo, il vertice di politica monetaria della Banca Centrale Europea del prossimo giovedì. Alle 11:45 la Banca Centrale Europea annuncerà la decisione sui tassi di interesse, e pochi minuti dopo, la conferenza stampa del Presidente Mario Draghi chiarirà i motivi delle decisioni assunte.
Draghi e il futuro del programma di stimolo
Gli analisti prevedono che la Bce decida di lasciare invariati i tassi di interesse, mentre da Draghi ci si aspettano indicazioni sul futuro del programma di stimolo. Secondo un recente sondaggio condotto dalla Reuters e riportato dalla stampa specializzata, le previsioni economiche di “contenuta stabilità”, potrebbero spingere la Bce a prolungare il programma di stimolo fino a fine anno. Sul fronte dei tassi non ci si aspettano sorprese dalla Banca del Canada che annuncerà la decisione sul tasso di interesse. Secondo la maggioranza degli esperti la banca, mercoledì, lascerà i tassi invariati, e la ragione sembra essere condivisibile, atteso che, con i prezzi degli energetici in calo, l’economia mondiale debole ed una domanda statunitense piuttosto contenuta, non si vedono ragioni per una inversione di tendenza.
Secondo punto all’ordine del giorno degli eventi significativi della settimana, i dati della Cina sul prodotto interno lordo del terzo trimestre, previsti anche questi per mercoledì. Gli analisti si sbizzarriscono in previsioni. Il sentiment è tuttavia che il report segni, per il trimestre luglio-settembre, una crescita del Paese del 6,7%. L’economia ha stampato una crescita simile nel secondo trimestre, e se le proiezioni saranno confermate, allora questo potrebbe essere un segno di una ripresa della crescita cinese.
Terzo evento significativo per i mercati, il report Usa sull’inflazione di settembre che verrà comunicato dal Dipartimento per il Commercio USA martedì. Secondo le previsioni, i prezzi al consumo saliranno dello 0,3%, mentre per l’ inflazione core è previsto un aumento dello 0,2% (ovvero, su base annua del 2,3% dell’Ipc core). Bene, un aumento dell’inflazione sopra il 2%, potrebbe incoraggiare la Fed ad aumentare i tassi di interesse. A ruota, sempre martedì, l’Ufficio Nazionale di Statistica britannico rilascerà i dati sull’indice dei prezzi al consumo relativo al mese di settembre. Gli analisti prevedono un aumento dello 0,9% dei prezzi, dopo l’aumento dello 0,6% del mese precedente. In merito si segnala che, la Banca d’Inghilterra ha mantenuto (negli ultimi tempi) invariati i tassi di interesse, ma ha già segnalato che potrebbe tagliarli da novembre, nel tentativo di dare una spinta all’economia che sembra mostrare i primi colpi del voto sulla Brexit. Significativi, in merito, oltre l’inflazione, i dati che emergeranno dai reports sull’occupazione, previsto per mercoledì, e da quello sulle vendite al dettaglio di previsto per il giorno successivo.
Insomma una settimana ricca che, tuttavia, non lascia molti margini di manovra al Governo italiano che vede, in caso di risultati non in linea con le previsioni, ridurre le possibilità di dare corpo ad una battaglia per un aumento dei margini sul deficit di bilancio.