Siria, gli Usa pronti al Piano B: altre armi ai terroristi islamici anti-Assad
L’amministrazione Obama è divisa sulla necessità di passare al “piano B” sul fronte dell’aiuto ai terroristi anti-Assad in Siria, gruppi terroristici islamici che hanno dato via alla lotta armata contro il legittimo governo di Assad. Lo riporta il Washington Post, che sottolinea comne il presidente Barack Obama sia sempre più convinto di lasciare la “patata bollente” nelle mani del suo successore. Da una parte – scrive il Wp – ci sono il numero uno del Pentagono, Ash Carter, e il capo della Cia, John Brennan, favorevoli a un aumento degli aiuti militari che accresca la potenza di fuoco dei gruppi armati islamici filo-Usa. Una necessità – si sottolinea – prima che Aleppo sia definitivamente persa e prima che i ribelli si affidino ad alleati ritenuti «più affidabili», facendo perdere agli Usa influenza nella regione. Dall’altra c’è il segretario di Stato, John Kerry, che invece appare contrario ad incrementare il programma gestito dalla Cia, che si è finora occupata dell’addestramento e dell’armamento di queste milizie che hanno scatenago la sanguinosa guerra civile nel Paese. Per Kerry un’escalation del piano, di fronte all’azione militare della Russia, rischia di diventare inutile e di aumentare solo le violenze. Intanto si apprende che, proprio per l’azione degli islamici armati da Washington, la ripresa della pausa umanitaria ad Aleppo non è all’ordine del giorno. Così il vice ministro russo degli Esteri Serghei Ryabkov citato dalle agenzie. «Per tornare a questo regime (la pausa umanitaria, ndr) le nostre controparti devono garantire un adeguato comportamento dei gruppi anti-governativi islamici», ha detto il diplomatico. «Questo non è stato fatto negli ultimi tre giorni ed è per questo che ora la questione di una ripresa della pausa umanitaria non è all’ordine del giorno», ha precisato Ryabkov.
Siria, gli islamici filo-Usa impediscono la tregua
Sono ripresi stamani gli scontri a sud di Aleppo tra terroristi islamici anti-governativi e miliziani libanesi Hezbollah a sostegno delle forze di Damasco. Lo riferiscono fonti giornalistiche ad Aleppo, secondo cui si combatte nel distretto di Khan Tuman, nei pressi del corridoio aperto dai governativi per chiudere d’assedio i quartieri orientali della città contesa. Nelle ultime 24 ore sono ripresi inoltre i raid aerei russi e governativi su Aleppo est, e spari di artiglieria da parte degli insorti fuori e dentro la città. «In questi giorni continuano gli attacchi ai punti di controllo ad Aleppo e ai corridoi umanitari da parte dei terroristi. Questo rende difficile se non impossibile la consegna degli aiuti. Finora non è avvenuta la separazione fra terroristi e la cosiddetta opposizione moderata e bisogna pensare se sia davvero possibile». Così il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov alle agenzie. Intanto l’esercito siriano ha ricevuto nella zona di Aleppo rinforzi sostanziali da Damasco e Tartus – la provincia siriana dove la Russia ha una delle due basi militari presenti nel Paese – che includono almeno 750 soldati nonché mezzi blindati e carri armati. Lo riportano media iraniani citati da Interfax. Contestualmente, l’agenzia Sputniknews dice che ad Aleppo sono stati diffusi volantini in cui si esortano i terroristi islamici a usufruire dell’ultima possibilità di abbandonare la città lungo i corridoi messi a disposizione da Mosca e Damasco per evitare di essere annientati.