Il No stravince sul web: il 76% degli utenti contrario alla riforma Renzi-Boschi
Il fronte del No ha già un vantaggio incolmabile su quello del Sì. Almeno sulla Rete. A meno di due mesi dal referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, il web ha registrato il 76,18% di commenti negativi verso la riforma Renzi-Boschi. Il restante 23,55% consiste invece nei commenti a favore della legge costituzionale promossa dal governo.
A riferirlo è Reputation Manager, principale istituto italiano nell’analisi e misurazione della reputazione online di brand e figure di rilievo pubblico, che ha monitorato i contenuti sul web generati spontaneamente dagli utenti relativi al referendum costituzionale tra agosto e settembre 2016, per capire il tenore e l’orientamento del dibattito sul internet fra i due schieramenti.
Il risultato dell’analisi non implica, naturalmente, che ci sia la stessa proporzione tra Sì e No quanto a intenzioni di voto. Però, se è vero (come è vero), che il web è ormai diventato il luogo privilegiato di formazione dell’opinione pubblica, allora un livello così elevato di pareri contrari rispetto a quelli favorevoli qualcose di importante comunque la segnala negli orientamenti del Paese. E la tendenza è inequivocabile: il No è maggioritario.
Per dovere di cronaca e andando invece ai rilevamenti demoscopici, riferiamo che, secondo il sondaggio condotto dall’Istituto Demopolis a 45 giorni dal referendum per il programma Otto e Mezzo, il Sì avrebbe guadagnato 2 punti percentuali, rispetto al No, negli ultimi 10 giorni, passando dal 49% del 10 ottobre al 51% di oggi. La rilevazione è però contraddetta (come riferiamo in un altro servizio su questa pagina) da un sondaggio Ixè , secondo cui a essere in vatagio sarebbe invece il No. Renato Brunetta non crede comunque al “sorpasso” del Sì sul No del sondaggio Demopolis. “Niente di più falso, sia perché l’invasione mediatica e gli effetti speciali di Renzi delle ultime settimane non hanno prodotto alcun risultato, sia perché sono dati in controtendenza con le rilevazioni di tutte le altre case di sondaggi”.