Terremoto, continuano le scosse nel Centro Italia. E ci sono 5 mila sfollati
Dalla mezzanotte di giovedì 27 ottobre sono state circa 100 le repliche di magnitudo non inferiore a 2, la più forte delle quali di 3.5 gradi alle 4.13 con epicentro a Fiordimonte, vicino a Ussica e le altre in rapida sequenza poco dopo le 4.30 tra Marche e Umbria. Nella mattina di venerdì i primi dati tecnici dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) saranno presentati alla commissione «Grandi rischi». Scuole ancora chiuse in molti comuni. Il Governo ha deciso lo stato d’emergenza e stanziato 40 milioni, si legge su “Il Corriere della Sera“.
Oltre 5 mila gli sfollati
Dopo il terremoto che ha colpito il Centro Italia, la terra continua a tremare nelle zone colpite delle Marche e dell’Umbria. I primi sopralluoghi rivelano che a Visso, uno dei paesi (da un migliaio di abitanti) epicentro del sisma in provincia di Macerata, tutte le case sono inagibili. Solo nelle Marche gli sfollati sono quattromila e nei luoghi del terremoto si attende un brusco calo delle temperature. Per questo viene esclusa la possibilità di sistemarli nelle tende della Protezione Civile. Molto colpito anche il patrimonio artistico e culturale della zona.
Il sopralluogo del premier Renzi
«Il terremoto ci sta mettendo a dura prova ma l’Italia c’è, non lascia soli i cittadini, siamo più forti e ce la faremo» ha detto visitando Camerino. Il governo ha deciso lo stato di emergenza: stanziati 40 milioni. «Chiediamo al Parlamento, nel pieno rispetto dei ruoli, di fare più veloce possibile per approvare il decreto sul terremoto perché lì ci sono le risorse e gli strumenti per mettersi a lavorare subito. Niente tendopoli, dobbiamo ricostruire presto e in modo serio» ha aggiunto. «All’Ue diremo che servono interventi strutturali» ha concluso Renzi che agli sfollati ha portato il conforto del capo dello Stato Mattarella. «L’ho sentito e vi abbraccia». «Confermo l’impegno del governo: ricostruiremo tutto, compresi i nuovi danni prodotti da queste ultime scosse» ha detto Vasco Errani, commissario alla ricostruzione.