Tommasi: «I calciatori erano contro quello sponsor, ce l’hanno nascosto»

8 Ott 2016 11:05 - di Augusta Cesari

«Erano tutti contro, i nazionali azzurri, all’accordo con quella società di scommesse. Tutti. Per questo ce l’hanno tenuto nascosto: avremmo detto di no. E non mi parlino di valori. Quali valori? Quelli con tanti zeri?». Scende in campo Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione italiana calciatori, nel criticare – in un’intervista al Corriere della Sera – l’accordo tra la Federazione e la società di scommesse Intralot, per la sponsarizzazione della Nazionale di calcio. La sua accusa: «I soldi giustificano tutto. Il paradosso è che vengono pretesi certi comportamenti perché “ci sono delle regole” e le regole più importanti non vengono imposte a chi ha più responsabilità. È insensato – sottolinea -. L’accordo vale per tutte le nazionali. Anche quelle dei più giovani. Minorenni. L’azzardo è vietato ai minori, come ha ricordato il direttore di Avvenire, eppure anche i minori sono coinvolti. Donnarumma, il portiere del Milan, è già in nazionale e non ha ancora 18 anni: deve andare in conferenza stampa avendo alle spalle il marchio di una cosa che gli è (giustamente) vietata? È un messaggio devastante. E ti disarma vedere che, al di là delle reazioni sui giornali, non succede nulla. Assolutamente nulla. Se la prendono con Pellè». Non stringere la mano al ct è stato un «comportamento negativo» ma, aggiunge, ma «non è irriguardoso anche tirar dentro la Nazionale (che appartiene a tutti, anche a chi considera le scommesse una peste nera), in un accordo così?».

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