Trattativa Stato-mafia: le agende di Ciampi, le chiacchiere di Scalfaro

13 Ott 2016 18:24 - di Paolo Lami

Verranno acquisite agli atti del processo sulla trattativa Stato-mafia le agende di Carlo Azeglio Ciampi, custodite presso l’archivio storico del Quirinale, relative al ’93 e al ’94, anni in cui Ciampi era presidente del Consiglio. Lo ha deciso la Corte d’assise, accogliendo la richieste dei pm. L’acquisizione sarà limitata alle parti dei diari in cui si parla delle carceri, del 41 bis, il cambio ai vertici del Dap e delle stragi mafiose.
La Corte ha dunque sciolto la riserva accogliendo le richieste della Procura che, alla scorsa udienza, aveva anche depositato il verbale di interrogatorio di Ciampi, nel frattempo deceduto. I giudici hanno ampiamente motivato la decisione rilevando che sui temi per cui le agende sono state ammesse è in corso un’ampia e approfondita istruttoria dibattimentale «vista la centralità» che, per l’accusa, rivestono nel processo. La Corte ha sottolineato anche che fu lo stesso Ciampi, in sede di interrogatorio, a invitare la Procura ad acquisire i suoi diari ritenendoli dunque utili».
«Tale acquisizione limitata all’arco temporale indicato – precisa la Corte – è ammissibile perché, pure se i documenti sono custoditi al Quirinale – (Ciampi ne ha fatto dono all’archivio storico ndr) non riguardano l’attività che questi svolse anni dopo da presidente della Repubblica», ma quella svolta da premier.
Dunque non sussisterebbero le preclusioni stabilite dalla sentenza emessa dalla Consulta, dopo il conflitto di attribuzioni tra Colle e Procura di Palermo sulle intercettazioni delle telefonate di Giorgio Napolitano, in merito alle conversazioni informali del Capo dello Stato.
A parere dei giudici, comunque, non ci sono impedimenti alla acquisizione neppure delle annotazioni che dovessero riguardare dialoghi tra Ciampi e l’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro «in quanto redatte da soggetto diverso da quest’ultimo».
La Corte fa notare, inoltre, che si è appreso che dei diari ha già preso visione la Procura, che non ha smentito la circostanza, e che il Quirinale non ha opposto alcun segreto di Stato.
Le agende verranno acquisite secondo le modalità concordate con il Colle. Il processo è stato rinviato a giovedì prossimo.

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