Il leader anti-islamico Wilders: «Non mi farò zittire, mi dovranno uccidere»

23 Nov 2016 18:18 - di Giovanni Trotta

«Questo processo è una farsa, una vergogna per l’Olanda, una presa in giro per la nostra società». Il leader del Partito della Libertà olandese che mette inguardia contro l’islamizzazione, Geert Wilders, dopo aver disertato tutte le udienze precedenti oggi si è presentato nell’ aula di massima sicurezza del Tribunale nei pressi dell’aeroporto di Schipol per andare all’attacco dell’azione giudiziaria che lo ha portato alla sbarra per incitamento dell’odio razziale. Un’arringa, la sua, che ha messo sotto accusa il fatto stesso di essere imputato. «Rifiuto di credere che diamo via in questo modo la nostra libertà di parola, siamo olandesi» ha detto ai tre giudici della Corte, sottolineando di aver fatto un discorso politico quando – durante un discorso in un bar – chiese agli astanti se volessero più o meno marocchini nel Paese, scatenando il coro «meno, meno». «Non mi farò mai zittire da nessuno», ha aggiunto ribadendo di aver sostenuto che quello dei marocchini è il problema maggiore in Olanda. «E continuerò a dirlo: chi vuole fermarmi deve prima uccidermi».

Wilders mette in discussione il processo contro di lui

Preoccupanti le dichiarazioni di Wilders, e la situazione che si è venuta a creare in Olanda, in quanto nel Paese già due persone che criticavano l’islamizzazione sono state assassinate: il regista Theo van Gogh, uccisi da un marocchino olandese, e il leader di destra Pim Fortuyn, assassinato da un esponente ambientalista. Secondo Wilders l’imputazione è stata tanto assurda quanto «politicamente motivata. Questo processo puzza – ha detto il leader del Pvv – È una di quelle cose che succedono in Turchia o in Iran. È una presa in giro dello stato di diritto». L’accusa ha chiesto la condanna di Wilders a una multa da 5mila euro sostenendo che il politico è stato «inutilmente offensivo» attaccando un’intera nazionalità nel suo discorso tenuto all’Aja durante la campagna per le elezioni locali del 2014. La sentenza è attesa per il 9 dicembre.

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