Bruciata dall’ex, parla Carla Caiazzo: «Mi guardo allo specchio e soffro»
«Guardarsi allo specchio e non riconoscersi è la cosa più difficile da affrontare». Parla Carla Caiazzo, la donna che lo scorso febbraio fu data alle fiamme dall’ex fidanzato Paolo Pietropaolo. Era all’ottavo mese di gravidanza. Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si sofferma su un dato: l’identità che viene a mancare in una donna che subisce atti come il suo, che sfregiano. Le cicatrici che resteranno, il volto, le mani. Il corpo, ma anche l’anima.
Le parole di Carla Caiazzo
Carla è intervenuta con una telefonata all’incontro promosso dal Sindacato unitario giornalisti Campania. «Chiedo scusa – dice – ma ho ancora molti limiti e non riesco a stare in mezzo alla gente». Promette, però, che vincerà anche questa battaglia. «Ho dato vita a un’associazione per aiutare le donne che subiscono violenza», afferma Carla Caiazzo. «Ma devo esserci anche io in prima linea, questa battaglia non si combatte da dietro le quinte». L’associazione si chiama “Io rido ancora”, un nome non scelto a caso. Perché è la risposta che ha dato al suo ex che, mentre le dava fuoco, diceva: «Fammi vedere se ridi ancora».
«Le istituzioni non aiutano»
Carla Caiazzo e la bimba che portava in grembo, nata a poche ore dalla tragedia, oggi sono vive. Ma lei sottolinea: «Sono viva, ma uccisa comunque». Si è già sottoposta a oltre 20 interventi chirurgici, altri li affronterà. Sono interventi che hanno un peso economico notevole che, la donna li affronta da sola: «Non c’è il supporto di enti pubblici o delle istituzioni». L’Italia non ha ancora recepito una direttiva europea per l’istituzione di un Fondo per le vittime di violenza. E Carla Caiazzo chiede l’aiuto di tutti. Per sé e per tutte le donne che sono state sfregiate da chi diceva di amarle.