Coppia diabolica a Saronno: medico e infermiera uccidevano pazienti
Funzionava così: avrebbe iniettato dosi letali di potenti sedativi via endovenosa ai pazienti, in sovradosaggio rispetto al necessario, causandone la morte. Questa la modalità con cui, secondo le accuse, il medico anestesista di Saronno (Varese) Leonardo Cazzaniga, avrebbe ucciso quattro pazienti del pronto soccorso. Secondo le indagini dei carabinieri della Compagnia di Saronno, coordinate dalla Procura di Busto Arsizio (Varese), all’ospedale, in un clima di stupore e silenzio, qualcuno mormorava dell’esistenza di un nomignolo per la modalità di intervento del medico tra i colleghi: il “protocollo Cazzaniga”. Per ora due persone sono stati arrestate dai carabinieri di Saronno in esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di omicidio. Le indagini dei militari riguardano almeno quattro casi di morti sospette in corsia. Lui, anestesista, arrestato stamani, è accusato dell’omicidio di 4 anziani pazienti fra il 2012 e il 2013 all’ospedale di Saronno dove lavorava e, successivamente, di aver ammazzato con un’infermiera dello stesso reparto – arrestata anche lei oggi e ritenuta dalla Procura di Busto Arsizio l’amante del medico – il marito di lei, morto non in ospedale. Per entrambi l’accusa è comunque di omicidio volontario. I due amanti, Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni, sono stati arrestati. L’operazione è stata denominata “Angeli e demoni”. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, iniziate nel 2014 e coordinate dalla Procura di Busto Arsizio, il medico, che lavorava al pronto soccorso dell’ospedale di Saronno e che poi era stato trasferito, è accusato dell’omicidio di 4 pazienti anziani e malati ricoverati nello stesso reparto.
Teatro dei crimini l’ospedale di Saronno
L’accusa sostiene che alle vittime l’anestesista ha somministrato «dosi letali di farmaci per via endovenosa, in sovradosaggio e in rapida successione». I farmaci usati, spiega nel dettaglio la Procura in una nota, sono clorpromazina, midazolam, morfina, propofol e promazina. L’omicidio del marito dell’infermiera sarebbe avvenuto alla fine di giugno 2013. All’uomo i due arrestati avrebbero somministrato (non in ospedale), «per un lungo periodo, farmaci assolutamente incongrui rispetto alle sue reali condizioni di salute, debilitandolo fino a condurlo alla morte». Sale intanto a 14 il numero degli indagati, a seguito dell’inchiesta della Procura di Busto Arsizio su 5 morti sospette. A quanto si apprende gli altri indagati, sulla cui posizione c’è il più stretto riserbo degli inquirenti, sarebbero quasi tutti dipendenti dell’ospedale. La struttura, quindi, parrebbe assumere un ruolo per via di quelle che verrebbero definite come omissioni anche gravi. I carabinieri hanno effettuato stamani svariate perquisizioni e sequestri negli uffici della dirigenza ospedaliera. Successivamente si è appreso che vivevano praticamente tutti insieme in un’azienda agricola a Lomazzo, nel Comasco. Da una parte lei, Laura Taroni, e dall’altra i parenti del defunto marito di lei, che in poco tempo hanno subito due lutti, quello dell’uomo (della cui morte gli amanti sono entrambi accusati) e dell’anziana madre di lui. I due villini si trovano uno a fianco all’altro. In quello, di tre piani, abitato dalla famiglia in cui si sono verificate le morti, nessuno se la sente di parlare. L’altro edificio, su due livelli, con una parte ancora in costruzione e dal giardino incolto, è la casa dell’arrestata e dei suoi due bambini, ora temporaneamente in affido.
(foto tratta dal sito Varesenews)