Arrestato uno “sciacallo” del sisma marchigiano: è un tunisino già ricercato
È stato arrestato sull’autostrada A/12, nei pressi dell’area di servizio Versilia est, un uomo di 32 anni ricercato per aver tentato di rubare tra le macerie del terremoto che ha colpito le Marche. A tradirlo il nervosismo mostrato alla vista della pattuglia della polizia stradale di Viareggio domenica sera. L’uomo, tunisino, viaggiava con un compagno. Dopo l’identificazione, è emerso che era ricercato in tutta Italia. Deve scontare un anno e due mesi di carcere ed è stato trasferito nel penitenziario di Lucca. Al momento del sorpasso di una Nissan Micra, riporta una nota, i poliziotti hanno visto sobbalzare il conducente e il passeggero, e subito l’auto ha rallentato. Non ci è voluto molto agli investigatori per capire che i due stavano nascondendo qualcosa. Fermata l’auto all’area di servizio Versilia Est, i poliziotti li hanno identificati come tunisini. Uno dei due era ricercato in tutta Italia. L’uomo, trentaduenne, doveva scontare un anno e due mesi di carcere, per avere cercato di rubare tra le macerie delle case distrutte dal terremoto che ha colpito le Marche. Era stato sorpreso in particolare nel paese di Matelica.
Sciacalli in azione dopo il sisma
Qualche giorno fa era finito in manette un ventisettenne cittadino albanese, irregolare sul territorio nazionale, dopo il terremoto arrivato in trasferta a Fabriano: dovrà ora rispondere di tentato furto. Ma i piani di prevenzione nei confronti degli eventuali sciacalli hanno portato all’emissione di tre fogli di via nei confronti di due donne di origine rumena ed un cittadino marocchino, anche questi arrivati senza un giustificato motivo a Fabriano. I carabinieri di Montegiorgio, impegnati nell’esecuzione di specifici servizi “anti-sciacallaggio”, avevano sorpreso ad Amandola (Fermo) due pregiudicati di origine rumena rispettivamente di 60 e 36 anni da anni residenti a Grottazzolina (Fermo), che a bordo di furgone Fiat Iveco si aggiravano con fare sospetto, nelle strade e tra le case sparse già danneggiate dalle ultime scosse. I carabinieri insospettiti avevano fermato il furgone ed all’interno del cassone rinvenivano e sequestravano vari arnesi e strumenti da scasso, dei quali i fermati non sapevano giustificarne il possesso rispetto al luogo e tempo del controllo.