Assange: l’establishment appoggia Hillary, tutti i poteri forti contro Trump (video)

4 Nov 2016 17:15 - di Paolo Lami

«La mia analisi? A Trump non sarà permesso di vincere». Julian Assange, spiega, in un’intervista esclusiva rilasciata a John Pilger e che verrà trasmessa domani sul sito Russia Today considerato vicino al Cremlino, perché la pensa così: perché Trump «ha contro di lui tutto l’establishment, forse con l’eccezione degli Evangelici, se si possono chiamare establishment».
«Le banche, l’intelligence, le aziende di armi, i quattrini stranieri….appoggiano tutti Hillary Clinton – osserva il boss di Wikileaks – E anche i media, i proprietari dei media e i giornalisti stessi».
Nel colloquio di 25 minuti presso l’Ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove Assange vive da rifugiato dal 2012, il leader di Wikileaks ha spiegato, partendo da una mail chiave, i rapporti imbarazzanti e gli enormi conflitti di interessi della Clinton che nel triplo ruolo di moglie dell’ex-presidente Bill Clinton, di cointeressata ai finanziamenti che arrivano alla Fondazione Clinton e di segretaria di Stato, sta eludendo spiegazioni e chiarimenti assolutamente dovuti e, anzi, è addirittura fuorviante verso il popolo americano sulla vera portata del sostegno dello Stato Islamico da parte degli alleati in Medio Oriente di Washington.
In particolare Julian Assange rispolvera una vecchia mail del 2014 pubblicata da Wikileaks – «l’email più significativa in tutta la collezione», dice ironico – nella quale Hillary Clinton scrive al consigliere di Obama, John Podesta, sollecitandolo a «esercitare pressioni» sul Qatar e l’Arabia Saudita, «che stanno fornendo supporto finanziario e logistico clandestino all’Isis e ad altri gruppi sunniti radicali».
«Tutti gli analisti seri sanno, e anche il governo degli Stati Uniti lo ha ammesso, che alcune figure saudite hanno sostenuto l’Isis e i finanziamenti all’Isis – osserva Assange – ma la replica è sempre stata quella che si tratta di alcuni “Stati canaglia” che utilizzano i loro soldi del petrolio per fare ciò che vogliono e che, in realtà, il governo disapprova. Ma la posta elettronica – insiste il whistleblower – dice tutt’altro, dice che è il governo dell’Arabia Saudita e il governo del Qatar che stanno finanziando l’Isis».
«I sauditi, il Qatar, i marocchini e il Bahrein, in particolare i primi due, stanno dando tutti questi soldi alla Fondazione Clinton – osserva l’intervistatore – proprio mentre Hillary Clinton è segretario di Stato e il Dipartimento di Stato sta approvando massicce vendite di armi, in particolare verso l’Arabia Arabia».
«Sotto Hillary Clinton – e le mail di Hillary Clinton rivelano una discussione significativa in questo senso – il più grande business di tutti i tempi per quel che concerne le armi – replica Assange – è stato fatto con l’Arabia Saudita: più di 80 miliardi di dollari. Durante il mandato di Hillary il totale delle esportazioni di armi dagli Stati Uniti sono raddoppiate in valore». E qui ha buon gioco l’intervistatore, John Pilger, a riconnettere i fili della vicenda ricordando che quegli stessi Paesi che finanziano l’Isis con una mano, con l’altra finanziano proprio la Fondazione Clinton.
Nell’intervista, a Pilger che gli chiede se sia vero che Wikileaks che sta dando spallate all’entourage della Clinton e alla sua campagna elettorale per conto di Trump e della Russia, Assange risponde appunto: «A Trump non sarà permesso di vincere» perché «ha contro di lui tutto l’establishment, le banche, l’intelligence, le aziende di armi, i quattrini stranieri….appoggiano tutti Hillary Clinton E anche i media, i proprietari dei media e i giornalisti stessi».

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