Autunno caldo, anche i medici vanno in piazza contro la legge di Bilancio
Un sit-in nazionale davanti a Montecitorio giovedì 17 novembre e “Assemblea day” in tutti gli ospedali italiani il giorno seguente, ma «senza escludere la possibilità di uno sciopero nazionale entro la fine del mese». Medici, veterinari e dirigenti sanitari si preparano a scendere in piazza, nelle prossime settimane, contro la legge di Bilancio. Ad aderire alla mobilitazione sono ben dieci sigle sindacali, ovvero Anaao Assomed, Cimo, Aaroi-emac, Fp Cgil medici, Fvm, Fassid, Cisl medici, Fesmed, Anpo, Ascoti, Fials medici, Uil Fpl medici. No a una ulteriore proroga, di fatto, del blocco contrattuale, no al precariato e no al progressivo peggioramento dei livelli retributivi: questi i principali punti della protesta.
Medici in piazza: dieci le sigle sindacali che protestano
Nell’appello ai colleghi, i sindacati sottolineano «lo scampato pericolo di ulteriori tagli sul fronte del finanziamento di parte corrente del Servizio sanitario nazionale per il 2017» ma, spiegano, il Fondo Sanitario a 113 miliardi è ancora al di sotto della media Ue. Inoltre, seppure «coerente con il finanziamento dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza e dei farmaci innovativi», non consente «il necessario ricambio generazionale, lo sviluppo delle risorse umane, la valorizzazione del personale». L’entità delle risorse messe a disposizione dei contratti nazionali collettivi di lavoro per il triennio 2016-2018, stigmatizzano, «rimane ancora simbolica, incapace di arrestare l’impoverimento e la dilagante demotivazione professionale e migliorare condizioni di lavoro incompatibili con livelli retributivi inchiodati al 2010». L’incremento medio mensile, infatti, «rimarrebbe al di sotto dei mitici 80 euro, a regime nel 2018», «insufficienti a valorizzare il merito ed incentivare la produttività e in assenza di qualsiasi defiscalizzazione della produttività o welfare aziendale». La protesta va avanti anche sui social, all’insegna degli hashtag #assuntisbito #precarimaipiu.