Bosone di Higgs, ricercatori italiani scoprono una “forza sconosciuta”

22 Nov 2016 20:06 - di Redazione

Il celebre bosone di Higgs grazie al quale ogni cosa ha una massa potrebbe essere diverso da quello previsto dalla teoria di riferimento della fisica contemporanea, il Modello Standard. Secondo la teoria proposta da quattro giovani ricercatori italiani e pubblicata sul Journal of High Energy Physics, potrebbe non essere affatto una particella elementare, ossia indivisibile. Sarebbe invece costituito da più particelle tenute insieme da un nuova forza, anche questa sconosciuta al Modello Standard. A proporre l’ipotesi, anticipata da Media Inaf, sono i fisici teorici Francesco Sannino, della University of Southern Denmark, Alessandro Strumia del Cern, Andrea Tesi dell’Istituto Fermi di Chicago ed Elena Vigiani, del dipartimento di Fisica dell’università di Pisa e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). “E’ accaduto più volte nella storia della fisica che particelle elementare considerate indivisibili risultassero poi composte da altre particelle”, ha osservato il vicepresidente dell’Infn, Antonio Masiero. E’ accaduto per gli atomi, nei quali è stato poi scoperto il nucleo, fatto a sua volta di protoni e neutroni, i quali sono fatti di quark. Inoltre non è la prima volta che viene proposta una teoria secondo la quale il bosone di Higgs sia composto da altre particelle.

“E’ una domanda – ha detto Masiero – che i fisici si sono posti ancora prima della scoperta del bosone di Higgs”. Tutte le teorie finora proposte consideravano però solo particelle dello stesso tipo, chiamate fermioni, e non hanno mai trovato una conferma sperimentale. I quattro ricercatori italiani propongono invece che il bosone di Higgs sia costituito da una combinazione di fermioni e di particelle che appartengono a un’altra famiglia, i barioni. A tenere insieme questa combinazione, che i fisici chiamano ‘condensato’, sarebbe una nuova forza. La verifica sperimentale della nuova teoria potrebbe arrivare dall’acceleratore più grande del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra. Le particelle che secondo i quattro giovani fisici costituirebbero il bosone di Higgs avrebbero infatti una massa tale da poter essere ‘intercettata’ dall’Lhc. Ma per ridurre al massimo il margine di errore, ha rilevato Masiero, si dovranno produrre moltissimi bosoni di Higg e di conseguenza saranno necessarie moltissime collisioni, possibili solo con i fasci di particelle molto più ricchi che scorreranno nell’Lhc fra il 2020 e il 2021.

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