Quattro cardinali sfidano il Papa: “Pronti a correggerlo sul tema famiglia”
Se il Papa non risponderà alla richiesta di chiarimenti dei quattro cardinali che gli hanno scritto sull’esortazione Amoris Laetitia, «allora dovremmo affrontare questa situazione: c’è infatti, nella Tradizione della Chiesa, la possibilità di correggere il Romano Pontefice. È invero sicuramente molto raro. Ma se non vi fosse risposta alle domande sui punti controversi, allora direi che si porrebbe la questione di assumere un atto formale di correzione di un errore grave». È il guanto di sfida che, alla vigilia del Concistoro, il cardinale americano Raymond Leo Burke, patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta, lancia a Papa Francesco, cui insieme ad altri tre porporati “conservatori” – Walter Brandmueller, Carlo Caffarra e Joachim Meisner – ha sottoposto recentemente in una lettera cinque “dubbi” sull’interpretazione e l’applicazione della Amoris Laetitia, riguardanti sia la tanto discussa questione della comunione ai divorziati risposati, sia il valore delle norme morali in rapporto alla vita cristiana.
“Sulla Amoris Laetitia c’è confusione tra i vescovi”
«Ovunque io vada sento confusione. I sacerdoti sono divisi gli uni dagli altri, i sacerdoti contro vescovi, i vescovi divisi tra di loro. C’è una tremenda divisione nella Chiesa, che non è la via della Chiesa. Ecco perché dobbiamo ristabilizzare queste questioni morali fondamentali, che ci uniscono”, dice il card, Burke in un’intervista al National Catholic Register. I cinque “dubia” dei quattro cardinali riguardano in particolare il capitolo ottavo della Amoris Laetitia perché, dice Burke, “è la fonte di tutte questa confusione. Anche le direttive diocesane sono confuse ed errate. Abbiamo una serie di diverse direttive: in una diocesi, per esempio, si autorizzano i sacerdoti nel confessionale ad essere liberi, se lo ritengono necessario, di consentire ad una persona che vive in un’unione adultera e continua a farlo, di permettergli l’accesso ai sacramenti, mentre, in un’altra diocesi, in accordo con ciò che è sempre stata la pratica della Chiesa, un sacerdote può concedere tale permesso a chi fa il fermo proposito di correzione a vivere castamente all’interno di un matrimonio, vale a dire come fratello e sorella, e di ricevere solo i sacramenti in un luogo dove ci sarebbe essere questione di scandalo”. Questo, secondo i firmatari della lettera “deve essere seriamente affrontato.
“Amoris Laeitita non chiara sulla comunione ai divorziati”
Ma poi ci sono le altre domande dei “dubia” a parte quella particolare questione dei divorziati risposati, che trattano con il termine ‘male intrinseco’, con lo stato di peccato e con la corretta nozione di coscienza”. Secondo Burke, inoltre, “se diciamo, in certi casi, che una persona che vive in una unione matrimoniale irregolare può ricevere la Santa Comunione, allora delle due l’una: o il matrimonio non è davvero indissolubile (come, per esempio, nel tipo di ‘teoria illuminazione’ del cardinale Walter Kasper, il quale sostiene che il matrimonio è un ideale in cui non possiamo costringere realisticamente la gente, e in tal caso avremmo perso il senso della grazia del sacramento che permette ai coniugi di vivere la verità del loro patto coniugale) oppure la santa Comunione non è la comunione con il Corpo e il Sangue di Cristo. Naturalmente nessuna di queste due ipotesi è possibile. Sono in contraddizione con gli insegnamenti costanti della Chiesa fin dall’inizio e, di conseguenza, non può essere vera”.