Cuba accontenta il Papa e concede l’indulto a 787 detenuti. Ma i dissidenti?
Le autorità cubane hanno annunciato la liberazione di 787 detenuti, grazie ad un indulto deciso in risposta a un appello lanciato da Papa Francesco ai leader di tutto il mondo, in occasione del Giubileo della Misericordia. Nell’annunciare l’iniziativa, il quotidiano ufficiale del Partito Comunista Cubano, Granma, ha spiegato che per beneficiare dell’indulto sono stati scelti prigionieri “in base alle caratteristiche dei fatti per i quali sono stati sanzionati, la loro condotta mentre scontavano la loro pena e il tempo già passato in carcere”. È così, ha aggiunto il quotidiano, che sono stati esclusi i condannati per omicidio, stupro, corruzione di minorenni, traffico di droga o altri delitti di “alta pericolosità sociale”, mentre si è preso cura che fra gli indultati ci fossero “donne, giovani, malati e altre categorie vulnerabili”. Non è la prima volta che il governo di Raul Castro risponde agli appelli del Papa a favore dei carcerati: l’anno scorso oltre 3.000 sono stati liberati come gesto di buona volontà, prima della visite del Pontefice nell’isola, nel mese di settembre. Mistero, invece, sui dissidenti ancora tenuti in carcere, di cui il governo di Castro nega addirittura l’esistenza. Nel marzo scorso, durante la storica visita di Obama, Castro rispose così alla domanda di un giornalista sui sui prigionieri politici, negando che a Cuba ce ne siano. «Mi dica chi sono. Mi fornisca i nomi di chi è in prigione per motivi politici. Se me li darà, se mi dimostrerà che esistono, li libererò subito».