D’Alema: dopo il referendum non mi occuperò più di politica italiana

12 Nov 2016 19:26 - di Redazione

“Comunque vada a finire, che vinca il Sì e che vinca il No, quando finisce questa campagna elettorale tornerò pienamente al mio lavoro, quello di presiedere la Fondazione culturale dei Socialisti europei a Bruxelles e quindi non mi occuperei della politica italiana”. Lo ha detto l’ex premier Massimo D’Alema a margine della tre giorni di Alternative a chi gli chiede se lascerà il Pd in caso vinca il Sì. Ma in attesa del verdetto delle urne, D’Alema appare più che mai interessato a ciò che accade nel nostro Paese e non manca, alla pari di Salvini che a Firenze ha annunciato una denuncia della lega contro Renzi, di sollevare aspre critiche contro la lettera inviata dal premier agli italiani all’estero chiedendo loro di votare Sì.

“Sulla vicenda degli italiani all’estero – ha detto D’Alema – credo si debba fare chiarezza perché voglio capire se è vero quello che viene detto da più parti e cioè che il governo ha abusato del suo potere e questo sarebbe molto grave e non bisogna mai dimenticare che la nostra diplomazia non è al servizio del governo ma dello Stato, del Paese”.

“Questa vicenda – ha aggiunto – conferma una delle ragioni di fondo per cui votare No: le riforme costituzionali non le deve fare il governo” perché poi avviene “che il governo sia in campo sul referendum con la forza del governo e che tende ad abusare questa forza”. Insomma siamo dinanzi all’ennesimo abuso di Renzi: “Se è vero che i sostenitori del Sì hanno potuto godere di questo vantaggio – è il ragionamento di D’Alema – questo è chiaramente un abuso, un sopruso. Ho una grande ammirazione per la nostra struttura diplomatica: spero tutti siano consapevoli che la diplomazia italiana è al servizio del Paese. Capisco ci possa essere un elemento di disperazione politica in chi sperava in un plebiscito e si ritrova in un confronto dall’esito incerto ma bisogna vigilare perché le regole siano rispettate e nei confronti di chi esercita il ruolo di governo con una certa dose di arroganza”. Io, ha ironizzato infine, “in quanto membro del Pd sono escluso dalla conoscenza di quegli elenchi perché faccio parte dei cattivi”.

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