Feto ritrovato nelle fogne: una donna romena è indagata per aborto illegale
Sviluppi sul giallo del feto di 20 centimetri ritrovato nelle fogne di un palazzo a Ferentino, in provincia di Frosinone, in una zona che si estende al confine con Anagni. Ora c’è una donna romena indagata. L’orrore è stato scoperto quasi per caso: l’operaio di una ditta che si occupa di manutenzione e pulizia di reti fognarie, mentre lavorava, aveva notato un semplice involucro di plastica e lo aveva abbandonato sul terreno. Poi la pioggia, lavandolo e togliendo tutto il sudiciume, aveva permesso che la verità venisse fuori: quel fagottino era un feto. La procura di Frosinone ha aperto subito un fascicolo, con le indagini condotte dalla polizia. Gli investigatori della questura si sono subito indirizzati all’abitazione di una giovane coppia romena e all’interno del loro appartamento hanno rinvenuto farmaci normalmente utilizzati per gli aborti illegali, praticati fuori dal circuito sanitario.
Feto nelle fogne, la giovane romena indagata
Il sospetto degli inquirenti è che la giovane romena, indagata con l’ipotesi di aborto illegale volontario (pena prevista fino a un massimo di sei mesi), abbia interrotto in tempi recenti la gravidanza e abbandonato il feto. E’ stata a lungo interrogata in procura, ma su quanto riferito al magistrato c’è il massimo riserbo. Intanto la polizia indaga ad ampio raggio anche per capire se qualcuno possa aver indotto la giovane ad abortire (reato punito fino a tre anni di reclusione). Sconcerto dal Movimento per la Vita. «Allo sgomento di quanti credono nei valori della vita e della misericordia – dice il presidente e deputato Gian Luigi Gigli – si aggiunge la sete di giustizia. L’orrore del feto ritrovato nelle fogne testimonia emblematicamente il valore che nella nostra società viene attribuito a chi non è ancora nato: non vite umane da accogliere, ma materia di scarto da scaricare tra i rifiuti. E’ l’epilogo inaccettabile della cultura dello scarto e la sconfitta per l’umanità».