Fini: «Trump non è il diavolo. Ora la destra riparta, temo il vaffa populista»
«Temo il grande vaffa dei populismi, però non credo alle ammucchiate dell’unità nazionale in casa nostra, sarebbe altra benzina per gli anti-casta». Dalle colonne di Repubblica, Gianfranco Fini commenta il voto americano, critica la Ue, che non realizza le cose che dice, e spera in una destra diversa.
Fini: Trump non è il diavolo
«Per tornare credibile – dice l‘ex presidente della Camera – deve individuare il punto di confine tra l’interesse nazionale e l’egoismo nazionale», dice l’ex leader di An che sul voto Usa non si sbilancia ma avverte: il diavolo è sempre meno brutto di come viene dipinto («ci sono molte incognite, ma riguardano la politica estera»). «Il voto statunitense deve preoccupare perché è il segnale che anche un sistema come quello americano, con un forte bipartitismo, ha crepe. Siamo davanti a un cambiamento epocale che la politica stenta a capire», dice Fini, secondo cui lo tsunami populista potrebbe abbattersi anche sull’Italia. «Trump è stato capace di dare voce e speranza a una moltitudine di americani preoccupati del presente del presente e ansiosi per il futuro, i tanti che hanno perso lavoro e hanno visto la delocalizzazione delle fabbriche».
«Un vaffa non è da escludere»
«Un vaffa per tutti non è da escludere. Grillo sta su questa onda. Colpevole è il deficit di politica e il surplus di propaganda», dice ancora l’ex leader della destra. «La Ue poi affonda per l’incapacità di essere coerente persino su quello che si propone di fare. L’intesa per ripartire le quote di migranti nei diversi paesi ad esempio, è rimasta lettera morta. E c’è chi come Salvini getta benzina sulla paura», dice Fini che ammette di appartenere al passato, «è cambiato tutto, siamo in un’altra epoca storica».