Iraq, i lealisti incalzano l’Isis nel nord. Baghdad: «Ora Trump ci aiuterà»
Le forze irachene, sostenute da milizie sunnite, hanno lanciato l’assalto su Hawija, la roccaforte per l’Isis a sud di Kirkuk. Lo riferiscono i media iracheni. Violenti combattimenti sono in corso a nord della città: le forze di Baghdad affermano di aver liberato già due villaggi. L’attacco ha aperto un nuovo fronte per l’assalto alla città. Hawija era un tempo denominata la “Falluja del nord” e dal 2003 è l’epicentro delle rivolte armate all’insegna dell’estremismo radicale. Intanto si apprende che sono 990 i jihadisti dell’Isis uccisi finora nell’offensiva lealista in corso dal 17 ottobre in Iraq per riconquistare Mosul. Lo ha detto il comandante delle forze anti-terrorismo, generale Abdul Ghani al Asaadi, ammettendo che l’avanzata verso il centro della città è stata rallentata perché i combattimenti hanno incominciato ad investire aree densamente popolate e c’è il timore di alte perdite tra i civili. A questo proposito, il sindaco di Mosul, Hussein Hashim, ha detto che sono almeno 50 i civili uccisi e 300 quelli feriti dall’inizio dell’offensiva. Inoltre, due o tre civili continuano a morire ogni giorno e numerosi altri a rimanere feriti a causa dei bombardamenti con i mortai compiuti dai miliziani dello Stato islamico sui quartieri nell’est della città da cui si sono ritirati.
Baghdad: Trump ci aiuterà contro l’Isis
Il primo ministro iracheno, Haidar al Abadi, a questo proposito si è detto convinto che i jihadisti dell’Isis non potranno resistere a lungo a Mosul, la loro “capitale” in territorio iracheno, per la cui riconquista le forze lealiste stanno conducendo un’offensiva che dura ormai da sei settimane. Abadi, che parlava in un’intervista all’agenzia Ap, si è anche detto convinto che con Donald Trump alla Casa Bianca il sostegno degli Usa a Baghdad nella lotta contro lo Stato islamico si rafforzerà e ha definito il presidente eletto «un uomo pragmatico». L’Isis, ha detto il premier iracheno, «non ha più il coraggio e la motivazione per combattere come faceva prima». Ma Abadi non ha precisato quante siano state le perdite tra le forze lealiste nell’offensiva su Mosul, in corso dal 17 ottobre, e che finora ha permesso di riconquistare solo alcuni quartieri orientali, pari a non più di un decimo della città. Quanto a Trump, il primo ministro ha ricordato la telefonata avuta con lui dopo la sua vittoria elettorale: «Mi ha assicurato – ha detto – che il sostegno degli Usa non solo continuerà, ma sarà aumentato».