La vittoria di Trump spinge i consumi: fiducia mai così alta dal 2007
Ma non doveva finire il mondo con la vittoria di Trump e il suo ingresso alla Casa Bianca? Ce l’hanno detto in tutte le salse con servizi, analisi e approfondimenti per i quali l’establishment aveva reclutato tutti, dal New York Times a Lady Gaga, da George Soros a Robert De Niro, dalle presunte donne molestate da “the Donald” alla porno-popstar Madonna che aveva annunciato portentose fellatio per tutti i sostenitori di Hillary Clinton. Insomma, i nemici dell’uomo dal riporto biondo non hanno badato a spese pur di sconfiggerlo.
A novembre l’indice è cresciuto di ben 7 punti
A buon titolo, guardando la situazione dal loro punto di vista: se la democrazia è in pericolo e il mondo è sull’orlo di un abisso e Trump è additato come il pazzo che può darvi il colpo decisivo per farlo precipitare, ogni mezzo è buono per impedirglielo. Ma, appunto, era solo il loro punto di vista. Quello di editori, finanzieri e attori e strimpellatori con la vlla con piscina a Beverly Hills e conti in banca a molti zero. I loro appelli, le loro minacce e le loro offerte non hanno spostato un solo voto. L’America profonda non li ha neppure considerati. Ed è di queste ore la notizia, comunicata dal Conference Board, che a novembre – il mese inaugurato proprio dalla vittoria di Trump – l’indice della fiducia dei consumatori americani è salito a 107,1 punti da 100,8 di ottobre. È il livello più alto mai registrato dal luglio del 2007.
Ma gli “esperti” avevano dipinto Trump come una sciagura
Ma è anche la prova che sondaggi ed esperti ormai non riescono più a “leggere” e a decifrare le reali intenzioni dei cittadini. Oppure che le interpretano a loro uso e consumo. In ogni caso, le stime citate dal Conference Board stanno soprattutto ad indicare che tra i consumatori statunitensi c’era grande attesa per le “ricette” annunciate da Trump con l’obiettivo di “fare di nuovo grande l’America“. Solo gli “esperti” non l’avevano capito.