Le Ue rinnova le sanzioni a Mosca per ritorsione contro la vittoria di Trump
Il presidente uscente Barack Obama sta uscendo di scena come peggio non poteva. E l’Unione europea, rabbiosa per l’elezione di Donald Trump, ormai nel panico, sta facendo un autogol dopo l’altro. La Russia deve «soddisfare pienamente gli impegni assunti con gli accordi di Minsk», i leader di Stati Uniti, Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna e Spagna hanno dunque concordato di «mantenere in vigore le sanzioni contro la Russia fino a quando non li rispetterà». Lo rende noto la Casa Bianca. Obama, Merkel, Renzi, Hollande, Rajoy e May hanno espresso preoccupazione per la continua assenza di un durevole cessate il fuoco. Va appena sottolineato che l’Italia è la nazione più danneggiata dalle sanzioni alla Russia.
La Ue continua a ubbidire a Obama
Circa l’Ucraina, nella conferenza stampa congiunta con il premier spagnolo Mariano Rajoy la cancelliera Angela Merkel ha riferito che al summit «abbiamo detto che insistiamo sul formato Normandia, su una stretta cooperazione dell’Europa con gli Stati Uniti. Vogliamo vedere progressi nel processo di Minsk. Finora i progressi tuttavia sono molto – ha aggiunto facendo un breve pausa – invisibili, devo dire, purtroppo. Al contrario, la situazione della sicurezza nelle ultime settimane non è migliorata. Nonostante ciò – ha proseguito la cancelliera – continueremo a lavorare e poi, al momento opportuno, decideremo come procedere». Merkel ha premesso che «sulla Siria abbiamo parlato molto diffusamente e detto soprattutto che la situazione umanitaria ad Aleppo deve essere essere migliorata. Concretamente: su sanzioni contro la Russia in questo contesto oggi non abbiamo parlato». Sempre da Berlino, Obama ha aggiunto che «i leader europei devono continuare a cercare soluzioni ai problemi comuni con la prossima amministrazione degli Stati Uniti, sulla base dei valori fondamentali che caratterizzano gli Stati Uniti e l’Europa come democrazie aperte». Obama ha quindi ringraziato i leader di Germania, Italia, Francia, GB e Spagna «per la loro stretta collaborazione nel corso della sua amministrazione».