Lite condominiale a sinistra. Santoro contro De Magistris: sembri Andreotti
Era nell’aria da tempo. E, alla fine, è arrivata. Esplode la lite condominiale a sinistra. Volano gli stracci. E pure gli schiaffoni dialettici. Da una parte Santono. E Saviano. E, dall’altra, particolarmente su di giri, Luigi “Gigino” De Magistris, l’icona pseudorivoluzionaria del popolo arancione. Si sa: quando ci sono troppi galli nel pollaio finisce così. E, poi, c’è anche da dire che se il Santorismo è spirato e anche da un pezzo, il Demagistrismo arranca e ha il fiatone corto da altrettanto tempo.
Dice velenosamente Santoro, piccato sul vivo dai giudizi di Gigino: «De Magistris non può andare a dormire la sera col vestito da rivoluzionario e svegliarsi la mattina col doppiopetto che aveva Giulio Andreotti, quando diceva di coprire le vergogne del Paese, di non farle vedere nei film».
La reazione stizzita di Santoro arriva dopo che qualcuno ha osato chiedergli delle critiche mosse dal sindaco a lui e a Saviano.
Frecciate acide e reazioni rancorose: è il tutti
contro tutti fra Santoro, De Magistris, Saviano
«Ce l’aveva più con Saviano che con me – si difende Santoro che scopre su di sè non solo il metodo De Magistris ma anche il metodo Saviano e quello Santoro – ma confonde il lavoro di uno scrittore o di un giornalista con un lavoro che potrebbe fare il suo ufficio stampa». Touché.
La frecciata acida non è che l’antipasto di una reazione rancorosa e furibonda tenuta a freno con non poca fatica: «Noi inquadriamo gli elementi della realtà per portare all’attenzione di tutti i problemi che ci sono. Capisco che non è colpa sua perché questi problemi richiedono l’intervento dello Stato, non sono problemi che può risolvere un sindaco, ma questo atteggiamento è orribile da parte di una persona come lui, che io so essere impegnato nella soluzione dei problemi della sua città ma deve avere un’apertura al mondo della cultura, non può pretendere di piegarla alla logica della sua propaganda».
«Se vuole dire che a Napoli – aggiunge Santoro – ci sono tante cose belle, ha tante possibilità di farlo, ma non può pretendere che Saviano non faccia lo scrittore e francamente ho trovato orribile il riferimento al fatto che Saviano lavora negli Usa, non degno del de Magistris che conosco». C’eravamo tanto amati.