Macché “angeli del focolare”: Elena Luzzatto fu pioniera del razionalismo
Chi l’ha detto che durante il Ventennio le donne non avessero posizioni di rilievo o non si distinguessero nelle professioni? La donna di cui raccontiamo la storia fu addirittura la prima donna a laurearsi in architettura in Italia nonché precursore del razionalismo fascista. Elena Luzzatto, anconetana che camminava insieme al secolo, si laureò infatti nel 1925 alla Regia scuola superiore di Architettura di Roma. È anche vero che, con i fatti, smentì clamorosamente una certa dichiarazione di Benito Mussolini del 1927 secondo cui le donne non erano portate per l’architettura… Dichiarazione comunque non riferita alla Luzzatto. Iniziò a lavorare sia come libera professionista sia come collaboratrice dell’Ufficio tecnico del Comune di Roma progettando scuole, chiese, case popolari, mercati e anche restauri. Rimase anche assistente del professor Vincenzo Fasolo, fascista della prima ora, padre degli architetti Furio e Orseolo, presso la facoltà di Ingegneria di Roma. Nel 1928 ricevette l’incarico di progettare un villino per Giuseppe Bottai a Ostia. Il progetto raffigurato nella foto a sinistra: un villino dalle linee puriste in cui già si intravedeva l’onda razionlista che poi avrebbe sviluppato nel 1932 per i progetti di fabbricati agricoli in Somalia, che le valsero la definizione di pioniera del razionalismo. Sono nella foto a destra.
Elena Luzzatto fu la prima laureata d’Italia
Intanto negli anni Trenta la Luzzatto aveva vinto numerosi altri concorsi: nel 1930 vinse quello per dei villini al Lido di Roma, e nel 1932 un altro per un lotto di case sempre a Ostia Lido. Nel 1935 poi realizzò il mercato coperto di piazza Principe di Napoli a Roma, oggi piazza Alessandria, commissionata dal Governatorato dell’Urbe, struttura tuttora in funzione. Elena Luzzatto si molto attiva anche nell’edilizia ospedaliera: partecipò con successo ai concorsi per gli ospedali di Bolzano e di Viterbo insieme col marito, ingegnere, Felice Romoli. Nel 1937 progettò una palazzina di viale Romania a Roma, nel quartiere Parioli, dopo aver vinto un concorso bandito dall’Incis. Costruì anche una villa a Bracciano e a Taormina. Ma tra le opere pubbliche realizzate dobbiamo citare il cimitero Flaminio, detto dai romani di Prima Porta, costruito nel 1945 e il cimitero militare del 1944, oltre ad alcune steli funerarie ubicate al cimitero monumentale del Verano, sempre a Roma. Non abbiamo notizie sulle sue attività durante la guerra, ma nell’immediato post bellico contribuì alla ricostruzione con il mercato del quartiere Primavalle del 1950, a Roma, la scuola media di Villa Chigi del 1960, nonché con la progettazione di case popolari per la Ina-Casa nell’Italia meridionale e in Sardegna . Morì a Roma nel 1983.