Maestro di scuola morì nel reparto psichiatrico: 11 condanne in Appello
In primo grado erano stati tutti assolti ma la corte d’Appello di Salerno ha invece deciso che anche gli undici infermieri imputati nel processo per la morte del maestro elementare Francesco Mastrogiovanni hanno avuto delle responsabilità per il trattamento inumano e la morte dell’uomo. Si tratta di Maria D’Agostino Cirillo, Maria Carmela Cortazzo, Antonio De Vita, Giuseppe Forino, Alfredo Gaudio, Antonio Luongo, Massimo Minghetti, Nicola Oricchio, Raffaele Russo, Massimo Scarano e Antonio Tardio. Mastrogiovanni è deceduto il 4 agosto del 2009 dopo quattro giorni di ricovero nell’ospedale di Vallo della Lucania (Salerno). Condanne che vanno dai 13 mesi ai 2 anni di reclusione per sequestro di persona, falso ideologico e morte in conseguenza di altro reato. Anche per i medici che ebbero in cura Mastrogiovanni per un trattamento sanitario obbligatorio hanno ricevuto una sentenza “riformata” dalla Corte d’Appello. Per Rocco Barone e Raffaele Basso la pena è stata ridotta a 2 anni di reclusione; un anno e 11 mesi per Michele Di Genio; 1 anno e 10 mesi per Amerigo Mazza e Anna Angela Ruberto; un anno e un mese per Michele Della Pepa. Per tutti è stata revocata l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni inflitta in primo grado e la pena è sospesa per tutti gli imputati. Per tutti, assieme al responsabile civile dell’Asl di Salerno, è scattata la condanna al risarcimento dei danni che saranno quantificati in sede civile. Furono le immagini delle telecamere di videosorveglianza a mostrare come il maestro fu trattato nei quattro giorni di ricovero. Legato mani e piedi al letto, digiuno e solo, senza che nessuno si preoccupasse di nutrirlo. Medici e infermieri dell’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania finirono sotto accusa. Un trattamento “disumano” lo definirono all’epoca i parenti, quest’oggi presenti in aula, che acconsentirono anche alla pubblicazione del video per mostrare le condizioni in cui Francesco Mastrogiovanni aveva trascorso i suoi ultimi giorni di vita. «Abbandonato e umiliato fino a morirne. Non interessa l’entità della pena a cui sono stati condannati medici e infermieri (questi ultimi assolti in primo grado) ma il fatto che una condanna sia stata inflitta: a conferma che la contenzione meccanica è strumento non solo barbarico ma anche crudelmente illegale», dichiara Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti Umani del Senato.