Molise, anche il Pd scivola sulle firme false. E ora si va verso il processo (video)
Si avvicina a passi veloci il processo per sei politici del Molise accusati di aver falsificato le firme alle elezioni Regionali del 2013.
La Procura di Campobasso, infatti, ha concluso le indagini a carico di sei amministratori locali per le firme false che supportavano alcune delle candidature alle elezioni Regionali.
Per due persone, il presidente del Consiglio comunale di Campobasso, Michele Durante, e il sindaco di Santa Croce di Magliano, Donato D’Ambrosio, è stato chiesto il rinvio a giudizio. Ad altri quattro è stato notificato l’avviso di conclusione indagini.
I quattro sono l’assessore comunale di Campobasso, Salvatore Colagiovanni e i sindaci Luciano Di Biase, di Mirabello Sannitico, Antonio Cerio, primo cittadino di Ferrazzano, e Franco Antenucci, sindaco di Roccavivara.
Ai sei indagati la Procura di Benevento contesta, complessivamente, 30 firme false.
Secondo il sostituto procuratore Nicola D’Angelo avrebbero «formato falsamente atti separati di dichiarazioni di presentazione delle liste attestando falsamente che alcuni cittadini, previamente da loro identificati, avevano sottoscritto l’atto in loro presenza».
Nel mirino della magistratura dunque sono finiti amministratori locali che hanno autenticato le firme presentate a supporto delle liste, firme che in alcuni casi si sarebbero rivelate false.
L’accusa dei sottoscrittori delle liste:
quelle sono firme false, non sono le nostre
La Digos infatti ha sentito sottoscrittori che non hanno riconosciuto i loro nomi e cognomi.
Nel dettaglio a Durante vengono contestate 4 firme false della lista “Democratici per il Molise“, lista che sosteneva il candidato presidente Massimo Romano.
A D’Ambrosio vengono contestate 5 firme false per “Fare Molise“, altra lista che sosteneva Massimo Romano. A Di Biase la Procura contesta 4 firme per “Rialzati Molise“, lista che sosteneva l’attuale governatore di centrosinistra Paolo Frattura, sostenuto da Bersani, Di Pietro e Vendola (vedi video). A Colagiovanni vengono contestate 5 firme a sostegno della lista “La Destra“, che sosteneva il candidato governatore del centrodestra Michele Iorio. Ad Antonio Cerio 5 firme per il “Guerriero sannita“, lista che fu esclusa e non partecipò alla competizione elettorale, una firma per Sel e una firma per il Pd, liste che sostenevano Frattura, ad Antenucci 5 firme per “Grande Sud”, lista che sosteneva Iorio.
Fonti del Palazzo di giustizia evidenziano che al momento sono questi sei gli unici indagati in Procura.
Ma la Digos sta svolgendo accertamenti anche su altri amministratori locali ma si tratta di posizioni tutte ancora da vagliare. In questura nei mesi passati sono state sentite diverse persone che avrebbero così scoperto che i propri nomi erano stati utilizzati a loro insaputa per la presentazione delle candidatura attraverso le firme false.