Morti in corsia, almeno 12 i decessi. Una strage che altri medici coprivano
Morti sospette in corsia: sembra destinato a salire il numero dei decessi oggetto dell’indagine dei carabinieri di Saronno (Varese). Un’inchiesta che martedì mattina ha portato all’arresto del medico anestesista del nosocomio Leonardo Cazzaniga e della sua amante, l’infermiera Laura Taroni. I due sono accusati di omicidio volontario. Gli investigatori sospettano almeno altri dodici decessi oltre alle cinque vittime accertate.
Morti in corsia, sequestrata la documentazione del pronto soccorso
Le indagini, coordinate dalla Procura di Busto Arsizio (Varese), si starebbero ampliando: dopo la morte del marito della Taroni, di cui la coppia è accusata in concorso, e dopo i decessi di altre quattro persone secondo le accuse uccise dal medico in corsia, ci sarebbero altre possibili vittime del cosiddetto “protocollo Cazzaniga”. La Procura, infatti, contestualmente agli arresti ha sequestrato copiosa documentazione relativa a tutti i casi di decesso gestiti da Cazzaniga in pronto soccorso negli ultimi anni prima dei quattro presunti omicidi di cui è accusato. Non solo, gli investigatori stanno anche lavorando alla ricostruzione dei decessi del padre del medico (morto in ospedale mentre Cazzaniga era di turno) e della madre della sua compagna, con la quale la stessa aveva un pessimo rapporto.
Cazzaniga si credeva “dio in terra”
Per due anni e mezzo, riferisce il sito de Il messaggero, i magistrati hanno intercettato lui e l’amante, hanno ascoltato 150 testimoni e il ritratto che fanno del medico è demoniaco: «Era il dio in terra. Non si sa in base a quale regolamento fosse in pianta stabile al pronto soccorso, fatto sta che decideva lui chi doveva vivere e chi morire». Chi ha coperto questa procedura di morte? Ora sono undici i medici indagati, tra cui il primario del pronto soccorso e due direttori sanitari, l’attuale e il suo predecessore. Un infermiere ha raccontato al pm che in ogni caso nessuno dei pazienti ha mai chiesto di poter morire e che Cazzaniga al 118 che informava dell’arrivo di un paziente in codice rosso rispondeva: “Mandatelo e io applicherò il mio protocollo”.