Mosca denuncia: «Gli aiuti dell’Onu finiscono nelle mani dei jihadisti»
La denuncia di Mosca è pesante ed è destinata a rivelarsi una “bomba”. Gli aiuti umanitari passano dall’Onu all’Isis. Ed è gravissimo. La “prova” è quel che accade a Deir ez-Zor. La città siriana è infatti assediata dai jihadisti . È lì che sono bloccate 200mila persone. Ed è lì che arriva soltanto l’uno per cento degli aiuti umanitari dell’Onu. Sul resto mettono le mani i terroristi. A rivelarlo è la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Ai civili restano solo le briciole. Per Mosca la maggior parte degli aiuti finisce nelle zone controllate dai jihadisti, «tra cui anche i terroristi di al Nusra, che li usano nei loro interessi».
La lotta ai jihadisti e lo scacchiere internazionale
Sullo scacchiere internazionale quindi va rimodellato molto. La lotta ai jihadisti è prioritaria. Fondamentale è quindi il rapporto con gli Usa. E qui il viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, rivela che ci sono molti contatti tra Mosca e i membri del team di Donald Trump. E riguardano soprattutto la situazione in Siria. Quando i giornalisti hanno chiesto con chi esattamente sia in contatto il governo russo, risponde: «Persone diverse che conosciamo già da tempo». Il Cremlino però non conferma.
Ad Aleppo Est situazione critica
La situazione è critica. «Ieri 5.629 civili, tra cui 2.855 bambini, hanno lasciato i quartieri di Aleppo Est controllati dai miliziani per raggiungere le zone liberate della città». È quanto sostiene il generale Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo. I civili sono stati assistiti dal Centro di riconciliazione russo, una struttura che a sua volta dipende dalla Difesa a Mosca. Secondo il generale, i civili sono stati sistemati in centri di assistenza umanitaria preparati in anticipo dalle autorità siriane. Ricevono cibo e assistenza medica.