No al multiculturalismo ed espellere chi non si integra: Merkel cambia

22 Nov 2016 7:56 - di Redazione

Riportare in Nordafrica i profughi salvati nel Mediterraneo piuttosto che condurli in Italia, vietare il velo integrale e difendere la «Leitkultur» (la cultura guida tedesca) come elemento «unificante» della società. Sono alcune delle richieste contenute in una mozione approvata ieri dai vertici della Cdu che racchiude i principi cardine su cui i cristiano-democratici costruiranno la campagna elettorale per assicurare un quarto mandato ad Angela Merkel nel 2017. Il documento di 21 pagine, visionato da «La Stampa», sarà discusso al congresso del 6 e 7 dicembre a Essen. 

Merkel si copre a destra sugli immigrati

La Cdu annuncia di volersi opporre alle tendenze populiste: «Il populismo, l’isolamento dall’esterno, il protezionismo e la spaccatura della società non rappresentano una risposta ai problemi impellenti del presente e del futuro, finora non hanno funzionato mai e da nessuna parte». Emblematico il fatto che dal testo finale sia scomparso il riferimento all’obiettivo di riconquistare i voti dei «perdenti della modernizzazione», una formula che bollava in modo troppo negativo gli elettori passati alla AfD. Ora si parla solo di «riconquistare la fiducia perduta». 

Merkel fa un compromesso con la CDU

Dal documento emerge però in modo evidente anche il tentativo del partito di Merkel di ricucire lo strappo coi cugini bavaresi della Csu, rafforzando il proprio profilo conservatore. «Vogliamo impedire l’immigrazione per vie traverse che passa per l’abuso del diritto d’asilo», i richiedenti asilo la cui domanda è stata respinta «devono essere riportati nei loro Paesi di origine o transito», si legge. «Il nostro obiettivo è combattere con successo l’immigrazione illegale dai Paesi africani, che spesso non è dovuta a persecuzioni o guerre civili, ma a necessità economiche e sociali, e impedire dunque che decine di migliaia di persone continuino a mettere a rischio la loro vita. A tal scopo vogliamo stringere con gli Stati africani accordi sul modello di quello Ue-Turchia» e creare «possibilità di raccolta» dei profughi «sul posto». Ciò «può significare anche riportare indietro sulle coste africane le persone che vengono salvate dalle imbarcazioni dei trafficanti» e occuparsi di loro lì. 

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