Omicidio Trifone, parla il teste-chiave: «Vidi una persona con un cappuccio»
Che cosa ha visto il runner la sera dell’omicidio di Trifone e Teresa? In aula è silenzio, si ascolta la testimonianza. «Ho visto» una persona di «altezza e corporatura normale, tra un metro e 70 e un metro e 90», con indosso un abbigliamento «di colore grigio, scuro e comodo», «sportivo», «forse con un cappuccio o un cappello perché ho fatto fatica a capire se fosse uomo o una donna». Gli elementi sono descritti in modo dettagliato e c’è attenzione perché il runner Maurizio Marcuzzo è il teste chiave dell’accusa. È lui che ha intravisto la sera del duplice omicidio un individuo. E l’ha intravisto mentre faceva la corsetta di riscaldamento intorno al Palazzetto dello sport, nel cui parcheggio erano stati uccisi, pochi attimi prima, Trifone e Teresa.
La testimonianza del runner
Marcuzzo ha deposto alla sesta udienza del processo. Il runner ha parlato di aver visto una figura, «ho avuto l’impressione fosse un uomo», «in piedi di lato, da solo a una quindicina di metri. Forse abbiamo incrociato lo sguardo in maniera fugace. Era un po’ “raccolto”, ho avuto come l’ impressione che si defilasse dal mio cono visivo». Marcuzzo ha riferito che, arrivato a una decina di metri da via Gramsci, ha «sentito diversi colpi, 5 o 7, durati 3-4 secondi, comunque in rapida successione, blandi, ho pensato a petardi».
Le parole della mamma di Trifone
Parla la mamma di Trifone. «A Ruotolo non direi niente perché cadrebbe nel nulla. Voglio solo giustizia. C’è solo il ricordo di Trifone e Teresa, che sono stati massacrati», ha detto Eleonora Ferrante. «Ruotolo è l’unico imputato per l’omicidio del figlio e della fidanzata Teresa Costanza, uccisi a colpi di pistola nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone la sera del 17 marzo 2015. Secondo quanto si è appreso, Ruotolo potrebbe rendere spontanee dichiarazioni.