Orban invitato a Washington: «Ora con Trump non sono più una pecora nera»

26 Nov 2016 14:21 - di Alberto Consoli

Il presidente eletto americano Donald Trump ha invitato il primo ministro ungherese Viktor Orban a Washington. Lo ha rilevato lo stesso Orban in un’ intervista al giornale economico Vilaggazdasag. È la fine dell’“ostracismo”

Orban: « Trump non è limitato ideologicamente»

«Trump mi ha detto di avere un’alta considerazione dell’Ungheria e che le nostre relazioni sono molto migliorate con lui alla Casa Bianca». In merito all’invito, Orban ha osservato che era lungo tempo che non poteva andare a Washington, essendo considerato «una pecora nera. E Trump  mi ha risposto ridendo: “Anche io». Le relazioni tra Budapest e Washington sono state tese negli ultimi anni per le critiche americane alle leggi restrittive  decise dal governo. Con l’elezione di Trump, ha spiegato Orban, gli Stati Uniti hanno un presidente che «non ha restrizioni ideologiche, ma una persona aperta». «E’ molto più interessato al successo, all’efficienza e ai risultati che alle teorie politiche- continua Orban a proposito di Trump- . E’ un bene per noi perché i fatti sono dalla nostra parte. La cooperazione economica è sempre stata buona, soltanto le ideologie hanno rappresentato degli ostacoli. Penso che lui sappia che gli ungheresi sono un popolo coraggioso e amante della libertà che negli ultimi sei anni ha raggiunto eccezionali risultati economici».

«Con Trump vera democrazia»

Orban aveva salutato la vittoria elettorale di Trump come «una grande notizia, segno del ritorno alla vera democrazia», con la possibilità di «parlare in modo franco, senza freni» e del ritorno «alla correttezza politica. L’America, con Trump – per Orban – avrà un presidente non limitato ideologicamente e una persona aperta». Il premier ungherese è sempre stato bollato come populista per il coraggio di essersi opposto alle politiche migratorie dell’Unione europea. I no ai diktat di Bruxelles naturalmente attirano le ire dei buonisi benpensanti incapaci di gestire in maniera sensata i flussi migratori, senza esserne sommersi. La sua posizione decisa in tema di migraanti lo avvicina naturalmente allo stile che Trump vuole imprimere alla sua politica.

 

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