Rampelli: l’euro è un problema, non ci serve lo “scoop” del Financial Times
Il quadro apocalittico descritto dal Financial Times in caso di sconfitta del sì al referendumo fa sorridere i promotori del no. L’intervento a gamba tesa del maggiore quotidiano finanziario del Regno Unito che doveva essere un assist per Matteo Renzi rischia di trasformarsi in un boomerang per l’esecutivo.
Rampelli: il finto scoop del Financial Times
«Non c’era bisogno che si scomodasse il Financial Times per capire che l’Italia ha un problema con l’euro – è il commento di Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera – se proprio ci dovesse essere un’interferenza, sarebbe positiva solo nel caso della vittoria del no perché produrrebbe una maggiore consapevolezza rispetto al bisogno indifferibile di registrare i rapporti con Bruxelles». Che l’Italia soffra dei dikat della Ue, sottolinea Rampelli, non è uno scoop come l’insofferenza degli italiani per la politica comunitaria ispirata all’austerity di marca tedesca.
A quando l’invasione degli alieni?
Anche Dario Franceschini si ribella all’intervento del Financial Times sulle questioni italiane. «L’Italia è saldamente in Europa e sta in Europa per cambiarla e migliorarla. Non esiste alcuno scenario che porti l’Italia fuori dall’euro», ha detto partecipando a una iniziativa con Stefano Parisi. Anche Nicola Fratoianni di Sinistra italiana contrattacca: «Le banche d’affari, i finanzieri d’assalto, le agenzie di rating, ora è il turno del Financial Times che arriva a spiegarci che se vince il no l’Italia addirittura uscirà dall’euro il giorno dopo. Continuo a dirlo: siamo in attesa dell’annuncio dell’invasione degli alieni in caso di vittoria del no. Mentre qui sul pianeta terra, nella vita reale di tutti i giorni, le politiche fallimentari di questo governo continuano a produrre più precarietà, più povertà, più esclusione – conclude – si voti no e magari cambiamo qualcosa in positivo»