Renzi come De Gaulle? Matteo non sa che Le Président si dimise per un referendum perso…
Fatte le debite proporzioni, Matteo Renzi vuole fare come Charles De Gaulle, che per un referendum perso si dimise da presidente della Repubblica. Ma questo Renzi forse neanche lo sa. «Non sarò della partita nel caso in cui le cose vadano male, dico No agli inciuci», ha infatti ribadito il premier Renzi nella diretta Facebook #Matteorisponde. «Se volete una classe politica aggrappata alla poltrona e che non cambi mai prendetela, perché io non sto così», aggiunge. «Io sto qui se posso cambiare le cose. Non sto qui aggrappato al mantenimento di una carriera. Non ho niente da aggiungere al curriculum vitae». Quello che è certo è che il premier sta conducendo una intensissima campagna per il Sì: «Noi non ci stanchiamo. Non possiamo citare i sondaggi, ma fino a quando erano pubblicabili mostravano un numero di indecisi molto importante. E credo che saranno tantissimi gli italiani che andranno a votare. C’è un grande interesse sul referendum. Occorre fare tam tam, chiamare tutti anche al telefono. Noi abbiamo bisogno di insistere nelle ultime ore con determinazione, se ce la mettiamo tutta sorprendiamo tutti».
Il referendum perso da De Gaulle era simile al nostro
Tornando a Charles De Gaulle, è curioso quello che fece a pochi mesi dalla scadenza del mandato. Vediamo come andarono le cose. Come si ricorderà, De Gaulle fu presidente della Repubblica francese dal 1959 al 1969, oltre agli incarichi precedenti quale presidente provvisorio, generale delle forze libere, ultimo presidente del consiglio, e altro. Nel 1968 De Gaulle sciolse l’Assemblea e stravinse le elezioni di giugno, grazie forse anche al disorientamento causato dal maggio francese. Ma nell’aprile dell’anno successivo, si svolse un referendum dai connotati sorprendentemente simili a quello del 4 dicembre: trattava l’abolizione di un organismo simile al nostro Cnel, la riforma dell’ordinamento regionale e la trasformazione del Senato in organismo di rappresentanza sindacale e regionale. Incredibile. De Gaulle disse prima del referendum che si sarebbe dimesso in caso di sconfitta. Le similitudini continuano: anche in quel caso esponenti della maggioranza gollista, come Giscard d’Estaing, annunciano il loro voto contrario. Il referendum viene respinto con uno scarto minimo. Poco dopo la mezzanotte del 28 aprile, De Gaulle annunciò le sue dimissioni con effetto dalle 12. Si ritirò a Colombey-les-Deux-Eglises, dove morirà un anno e mezzo dopo.