Roma, da Sironi a Mascherini: ecco la mostra dell’Arte sulle Motonavi

7 Nov 2016 17:53 - di Redazione

Gli arazzi di Mario Sironi dalla Turbonave Conte Biancamano e la Polena con i capelli al vento di Assia Busiri Vici Olsoufieff, che accompagnava la Raffaello. E ancora le donne senza veli sinuosamente scolpite da Marcello Mascherini, i celebri vetri di Aloi, i Turcato e Rotella, i Capogrossi e i progetti dello Studio Zoncada, con centinaia di oggetti di arredo e design. Sono i tesori ‘sbarcati’ per ‘Arte sulle motonavi. Il varo dell’Utopia‘, mostra presentata dalla Fondazione Fincantieri che dal 9 novembre fino all’8 gennaio porta a Roma, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea e all’Auditorium Via Veneto – Spazio cultura di Fintecna (dal 10 novembre), la collezione di opere d’arte realizzata nel dopoguerra per gli imponenti transatlantici italiani dai più grandi artisti dal secondo Novecento. Un viaggio attraverso oceani reali e immaginari, che racconta come nel pieno del boom economico industria e arte si siano indissolubilmente legate, rappresentando la cultura e l’identità del nostro paese ed esportando il made in Italy in tutto il mondo. “La Fondazione Fincantieri – racconta il direttore Mauro Martinenzi – è nata proprio con lo scopo di tutelare, salvaguardare e trasmettere il patrimonio artistico della cantieristica italiana. Questa volta, però, abbiamo creato qualcosa di diverso”. Non solo il “lavoro durissimo dei cantieri”, ma la bellezza di 71 grandi arazzi, delle sculture e delle tele, oltre che degli arredi, che 50-60 anni fa riempivano i saloni di transatlantici ribattezzati come i più grandi geni italiani: Michelangelo; Leonardo Da Vinci, Raffaello. Erano le sorelle maggiori della attuali navi da crociera di cui Fincantieri continua a essere leader di settore nel mondo. Vere città galleggianti con una collezione d’arte esclusiva ad addolcire viaggi lunghissimi e serate danzati, che oggi, dismessa negli anni ’80 e per anni chiusa nei depositi del Mibact, campeggia alle pareti delle nuove sale su via Gramsci della Galleria Nazionale. L’allestimento, curato da Sabrina Fiorino, la mette in dialogo con le copertine della Civiltà delle macchine, periodico avanguardistico dell’Art Director Leonardo Sinisgalli che tanto contribuì al cambiamento sociale italiano. “Era quasi un manifesto del gruppo Iri, di cui Fintecna è oggi erede universale – racconta il direttore del personale, Giorgio Incurvati – Su quelle pagine scrivevano premi Nobel, poeti, grandi personaggi della cultura e la rivista era diffusa anche tra gli operai del gruppo”. Soprattutto “ogni numero aveva in copertina l’opera di un artista contemporaneo: Pomodoro, Pepper, Gheno, Carmi“. Ma la mostra, tra opere multimediali di Studio Azzurro, perfomance del poeta Marcel Lesko e l’installazione inedita di Marco Nereo Rotelli, “è anche un omaggio alle migliaia di lavoratori che nei nostri cantieri hanno contribuito a costruire questi giganti – racconta ancora Martinenzi – Tra tanti artisti, a me piace ricordare Tranquillo Marangoni“, autore in mostra di un grande arazzo floreale. “Ha lavorato nel cantiere di Monfalcone tra gli anni ’30 e ’60. Si occupava di arredo, ma gli operai più anziani raccontano ancora che, prima che la nave fosse finita, disegnava un affresco sulla fiancata, che sarebbe poi stata di nuovo dipinta. La sua opera, però, lui lo sapeva, nascosta sotto la vernice, avrebbe comunque solcato i mari con la nave”. Ad arricchire la mostra, a ingresso gratuito, anche eventi multidisciplinari, teatro, iniziative per le scuole e un reportage realizzato dai ragazzi con telefonini e tablet.

 

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