Scalfari vs Di Battista, va in scena lo scontro tra vecchi e nuovi giacobini
Il vecchio giacobino non riconosce i nuovi giacobini e si rivolge loro con beffarda alterigia. Chi è questo vetusto seguace di Robespierre? Non non potrebbe essere altri che lui, Eugenio Scalfari, il grande laico, l’implacabile fustigatore dell'”Italia alle vongole”, l’apologeta del neocapitalismo liberal, ora anche interprete autentico del Magistero di Papa Francesco. E chi sono invece i nuovi giacobini? Ovviamente i grillini o i cinque stelle, come preferiscono essere chiamati: il loro è un moralismo meno raffinato (e in fondo anche meno perfido) rispetto a quello di sua eminenza laica. Ma tutto sommato, tra vecchi e nuovi moralisti, una parentela sussiste sempre.
Il capostipite non riconosce però i suoi pronipoti. E li tratta rudemente. Come è accaduto questa sera, a Otto e Mezzo su La7. Così Scalfari s’è rivolto ad Alessandro Di Battista, leaderino dei neosanculotti arrabbiati e un po’, come si dice a Roma, coatti . “Avete un padrone ricco che è un comico e che ha creato un movimento comico”. Prendi, incarta e porta a casa. E poi giù botte, come al teatro dei burattini. “Avete tanti voti perché la gente è rabbiosa ma voi siete solo un’astensione positiva: siete di centro, di destra e di sinistra contemporaneamente” . Infine, il tentativo di ammorbidire i toni: “La vostra politica ha un risvolto comico”.
Di Battista non s’è però preso le contumelie di Scalfari senza reagire. “Se la stessa foga lei l’avesse utilizzata con le persone che hanno preso il posto di Berlusconi, forse non ci sarebbe la macelleria sociale a cui dobbiamo assistere e che ha consentito il grande successo dell’M5S”.
Ma di che si lamenta Scalfari? Di Battista & Company sono in fondo l’ultimo, stravagante prodotto del calvinismo de’ noantri ampiamete propagandato dal fondatore de la Repubblica.