Sciacalli dopo il terremoto: presi un albanese, 2 romene e un marocchino
Dopo il terremoto del 28 ottobre scorso si moltiplicano i casi di malviventi che approfittano della situazione per andare a rubare nelle case abbandonate. Aveva ancora la torcia ed i guanti in mano, lo sciacallo arrestato venerdì dalla polizia, allertata da una telefonata arrivata al 113. È finito così in manette un ventisettenne cittadino albanese, irregolare sul territorio nazionale, dopo il terremoto arrivato in trasferta a Fabriano: dovrà ora rispondere di tentato furto. Ma i piani di prevenzione nei confronti degli eventuali sciacalli hanno portato all’emissione di tre fogli di via nei confronti di due donne di origine rumena ed un cittadino marocchino, anche questi arrivati senza un giustificato motivo a Fabriano. I carabinieri di Montegiorgio intanto, impegnati nell’esecuzione di specifici servizi “anti-sciacallaggio”, hanno sorpreso ad Amandola (Fermo) due pregiudicati di origine rumena rispettivamente di 60 e 36 anni da anni residenti a Grottazzolina (Fermo), che a bordo di furgone Fiat Iveco si aggiravano con fare sospetto, nelle strade e tra le case sparse già danneggiate dalle ultime scosse. I carabinieri insospettiti fermavano il furgone ed all’interno del cassone rinvenivano e sequestravano vari arnesi e strumenti da scasso, dei quali i fermati non sapevano giustificarne il possesso rispetto al luogo e tempo del controllo.
A Ussita fermati due sciacalli in trasferta da Roma
Nei giorni scorsi due sospetti sciacalli del terremoto, un romeno e un moldavo, entrambi pregiudicati, sono stati intercettati da una pattuglia della Polizia di Stato mentre si aggiravano ad Ussita (Macerata) con una cassetta di attrezzi da scasso nell’auto. Venivano da Roma, e non hanno saputo spiegare il motivo della loro presenza in uno dei centri più colpiti dal sisma del 28 ottobre. I due sono stati denunciati a piede libero. I due uomini, di 24 e 26 anni, non avevano documenti di identità e si aggiravano nella ‘zona rossa’ di Ussita a bordo di un’auto con adesivi di varie associazioni sanitarie ed ambientali. All’interno della vettura c’era una cassetta con cacciaviti, pinze e altro. Non solo, gli aspiranti ‘sciacalli’ avevano ricetrasmittenti perfettamente funzionanti e sintonizzate sullo stesso canale e il moldavo un tesserino di un’associazione ambientalista da cui è stato espulso un anno fa.