Anche la sinistra “chiama l’esercito”. E Milano ora non è più la città-gioiello
A sentirlo parlare, Giuseppe Sala, pare quasi un sindaco sceriffo. Vuole i militari. Batterà i pugni sul tavolo con Alfano. Via le divise da Roma – è la sua proposta – dove il Giubileo è quasi finito, per presidiare i “luoghi sensibili” di Milano, come quella via Padova dove è stato ferito a morte, con spari tra la folla, un domenicano di 37 anni. E così via Padova si copre di ombre, diviene metafora di un’insicurezza metropolitana che non è solo il cavallo di battaglia dei populisti scatenati ma un problema che appare grave a chiunque sia dotato di buon senso. Via Padova, dove un tempo si celebravano feste multietniche per i diritti tra il fiorire di menu etnici, vuole i militari. Invoca quell’operazione “strade sicure” che al tempo dei governi di centrodestra provocava sguardi accigliati nelle schiere progressiste. “Militarizzare la città – dicevano – non è la soluzione”. E invece pare che non ne abbiano saputo scovare altre, di soluzioni…
Milano non è più città modello?
Il sindaco Sala deve avere capito che i numeri dell’Expo non possono più bastare per fare di Milano una città modello, né può bastare il Salone del libro e neanche i primati della città nel campo degli investimenti, se il contrasto alla criminalità non raggiunge quel livello di decenza per cui i cittadini possono sentirsi garantiti. Anche se naturalmente i Cinquestelle hanno da ridire (“L’esercito a Milano? Solo uno spot”). E ha da ridire pure Vittorio Sgarbi, che vorrebbe i militari a guardia dei monumenti contro i vandali che a Roma hanno sfregiato l’elefantino di piazza della Minerva. I militari li vogliono tutti, trasversalmente, da destra a sinistra. Quello della sicurezza ridiventa allora tema di primo piano, al punto che oggi di prima mattina il “boschetto dello spaccio” di Rogoredo a Milano è stato teatro di un maxiblitz della polizia, con il dispiegamento di cento tra agenti e personale del Comune. L’area, al centro da tempo di un giro di spaccio è nota per la permanenza di senza fissa dimora. Finito l’intervento di polizia giudiziaria, per trovare tracce di spaccio e o clandestini, i mezzi del Comune raderanno al suolo eventuali baracche abusive. La zona era stata recentemente ‘battuta’ da controlli di carabinieri e polizia, che avevano portato all’arresto di numerosi spacciatori, prevalentemente nordafricani, e all’identificazione di molti acquirenti.