Trump presidente degli Usa, una pernacchia ai super ricchi di sinistra
L’impossibile, l’imprevedibile è accaduto. Donald Trump contro tutte le previsioni, tutti i sondaggi, tutte le analisi è stato eletto a furor di popolo presidente degli Stati Uniti. Non di misura ma con milioni di voti di vantaggio. La superfavorita, l’ antipaticissima e gettonatissima Hillary Clinton battuta sonoramente e con lei tutti gli scienziati del politicamente corretto, della nuova sinistra dei super ricchi e super poveri, degli intellettuali a la pagé, tutti sconfessati dagli elettori. Direi che la battuta migliore l’ha fatta il capo dello staff elettorale della Clinton, Podesta, di fronte ai sostenitori in attesa di una rimonta irrealizzabile: «Andate a casa, ne parliamo domani!».
Trump e la sconfitta dei presuntuosi
È accaduto quello che era accaduto poco prima in Gran Bretagna con il referendum sull’uscita dall’Europa, cioè la gente che non straparla, che non pontifica, ma che lavora e vorrebbe una società giusta sconfessa una classe dirigente presuntuosa, saccente, che crede di capire tutto e di avere sempre la verità in tasca e invece disastra la società che gli altri costruiscono con fatica ogni giorno. È finito un ciclo, ma prima che in politica nel profondo dell’opinione pubblica. È gratificante osservare a posteriori i furbi di tutto il mondo che erano corsi a farsi benedire da Obama e farsi ingraziare la Clinton, data vincente su tutte le ruote. Renzi capofila che a questo punto inizio a pensare che porti male. Ha comprato una pagina a pagamento sul Financial Times per dire No alla Brexit, è corso a Washington per perorare la causa della Clinton ed ha fatto esporre l’ambasciatore americano a Roma per sostenere il SI al referendum costituzionale in Italia. A Londra ha vinto il Sì, la Clinton è stata battuta e probabilmente quando si voterà il 4 dicembre Phillipps non avrà più le prerogative per rappresentare l’America e in gennaio sarà sostituito da un repubblicano. Però dobbiamo capire cosa passa nel cervello dei perdenti. Alla notizia che Trump vinceva una giovane sostenitrice della Clinton in lacrime nel quartier generale dei democratici telefonando alla sorella ha urlato:«È una follia!». Esattamente questa è la testa del mondo di riferimento dei democratici e dei progressisti di ovunque e quindi anche in Europa e in particolare in Italia. Tutto ciò che non rientra nel loro pensiero è folle. E invece, se fossero loro a non avere più senso di realtà e di critica, che sono gli elementi con cui in psichiatria si fa diagnosi di normalità? Se fossero loro ad aver perso la consapevolezza di come va il mondo e di quello che pensano le persone “normali” e non i “fenomeni” che loro idealizzano, ma che sono estranei al sentire popolare. Riflettiamoci: tutte le pop star, gli intellettualoni, i geni, i giornalini e il sistema mediatico, i miliardari con il cuore a sinistra ma con il portafoglio saldamente a destra, tutti a tifare la sinistra. Invece agricoltori e operai, impiegati e ceto medio, piccoli industriali ed artigiani, commercianti e pensionati e soprattutto tanti giovani, a destra. È il preannuncio della svolta epocale dei prossimi decenni. Madonna si rassegni e non potrà fare sesso orale per gratificazione politica, ma solo per personale godimento. Vedo già il trionfo del massimo del ludibrio, Trump che in primavera andrà a stringere la mano a Putin creando nuove relazioni con la Russia Europea e occidentale, chiudendo l’artificiosa “questione” Ucraina, seppellendo la politica disastrosa delle primavere arabe, che tanto male ha fatto all’Occidente e migliaia di morti tra i mussulmani, la riabilitazione di Assad in Siria e tanto altro. Oggi è un buongiorno per la Destra, ma la Destra italiana deve farne tesoro. I tempi sono corti perché il 4 dicembre c’è il referendum per liquidare Renzi e le elezioni politiche ordinarie sono nella primavera 2018, ma potrebbero anche essere anticipate al 2017.