Trump riceverà un regalo da Marinella: la cravatta a tinta unita. Ma sgargiante
Presto il neopresidente degli Stati Uniti riceverà un regalo bellissimo: «Ho detto no a Trump ma non me ne pento. Restare a Napoli è stata sempre la nostra priorità. So che lui in questi anni ha continuato ad apprezzarci ed ora che è stato eletto presidente degli Stati Uniti d’America potremmo inviargli una creazione ad hoc come omaggio della nostra produzione». Così Maurizio Marinella, il re delle cravatte, titolare di un negozio a Napoli dove sono entrati capi di Stato, uomini di governo, attori, personaggi famosi e semplici cittadini, ricorda un curioso episodio che ha coinvolto la sua azienda: «A mio padre Luigi arrivò esattamente trent’anni fa una lettera firmata da Donald Trump che lo invitava ad aprire un negozio all’interno della Trump Tower, il grande grattacielo di New York. Ne parlammo tra di noi per alcuni giorni. Ci pensammo sopra. Mio padre da subito espresse il suo scetticismo. Disse che era troppo complicato, la lontananza pesava tantissimo. Avrei dovuto occuparmi io della gestione, avrei dovuto lasciare il nostro negozio di piazza Vittoria e soprattutto recidere un importante legame col territorio», racconta Maurizio. La riflessione tra padre e il figlio Maurizio durò un paio di giorni. Poi la decisione di inviare una lettera di risposta. «Caro signor Trump – gli scrivemmo in sostanza – grazie dell’affetto che ci ha manifestato, siamo emozionati per l’invito ma preferiamo rimanere a Napoli».
Marinella avrebbe potuto aprire un negozio a New York
In questi anni, secondo quanto ha notato lo stesso Marinella, Trump ha indossato alcune cravatte della nota casa di moda partenopea. Probabilmente dono di Silvio Berlusconi, abituale cliente del negozio di Napoli. E ora, Marinella sta pensando a un omaggio speciale. «Al nuovo presidente Usa – spiega – potremmo inviare una cravatta creata dalla nostra maison. Ho visto che preferisce tinte unite a colori sgargianti. Cercheremo di accontentarlo». Ma qual è il suo giudizio sull’elezione di un presidente americano tra le polemiche? «La gente è un po’ stanca, un po’ delusa. Preferisce un voto di rottura. Prevale una voglia di cambiamento che sta attraversando l’Italia e tutto il mondo». Trent’anni fa prevalse la dimensione “domestica” dell’azienda Marinella. Da allora, però, sono cambiate molte cose. «Dal 2003 – spiega Maurizio Marinella – abbiamo iniziato una lenta apertura all’esterno. Abbiamo iniziato a Milano che ci ha consentito di aprire un’importante finestra sul mondo, poi abbiamo continuato con Tokyo. Ora abbiamo cinque negozi nel mondo. Le situazioni sono cambiate, è evidente». Chissà se e cosa sarebbe cambiato per l’azienda Marinella se trent’anni fa avesse aperto una sua filiale nella Trump Tower…