Addio Babbo Natale, con Apple è il mostro Frankie a fare gli auguri (video)
Grande successo per lo spot natalizio di Apple, “Il Natale di Frankie”. Una narrazione che invita alla bontà e all’apertura al “diverso”. Qui il simbolo centrale non è più il bonario Babbo Natale, la cui immagine è radicata e anche abusata nell’immaginario legato al Natale ma il mostro Frankenstein, sottratto alla sinistra narrazione di Mary Shelley per divenire metafora dell’emarginato cui è necessario rivolgere un pensiero non ostile, in linea con la filosofia politicamente corretta che va per la maggiore in Occidente e che sorregge l’intero “racconto” tranquillizzante sull’immigrazione.
Cosa racconta “Il Natale di Frankie”
iI protagonista è un vecchio Frankenstein che, per riconquistare la fiducia degli uomini, alla vigilia di Natale registra sul suo Iphone la base di una canzone per poi intonarla con voce stentata a una folla di persone riunita ad ammirare l’albero di Natale. Una bambina inizia a cantare con lui e così tutti gli altri. Lo spot si chiude con la frase “Apri a tutti il tuo cuore“.
Da Babbo Natale al mostro buono
La Apple ha attinto alla letteratura inglese per il suo spot, ma trascurando il vecchio Dickens del Canto di Natale, cui si deve la tradizionale atmosfera che accompagna il Natale degli occidentali. Il Frankie dello spot sovverte la simbologia cui siamo abituati: mentre la figura di Babbo Natale, pur legata al marchio della Coca Cola che gli ha “rifatto i connotati”, rimanda alla leggenda “buona” di San Nicola, il mostro che canta una melodia di festa vicino all’albero di Natale è un’irruzione del “cattivo” nel clima di gioia che accompagna un evento religioso fondativo, la nascita di Gesù, ovviamente trascurata da questo come da molti altri spot costruiti attorno all’idea di un Natale dei buoni sentimenti, senza alcun legame con il sacro.
Ad oggi lo spot è stato visto da 8 milioni di persone e risulta il più gradito tra gli spot natalizi di quest’anno secondo l’analisi condotta dal periodico online Spot and Web , in collaborazione con l’agenzia di comunicazione Klaus Davi & Co.