«Alfano mi ricorda Aldo Serena e Renzi è come Balotelli». È vero, ecco perché

1 Dic 2016 13:25 - di Antonella Ambrosioni

Alfano mi richiama alla mente Aldo Serena. Un buon giocatore, di grande mestiere, uno che ha cambiato tutte le squadre possibili e immaginabili: Milan, Inter, Juve, Torino”. Le metafore calcistiche sono le migliori, a volte, nell’immginario popolare per identificare pregi e difetti della personalità di una figura pubblica. Sono divertenti e “al vetriolo” come in questo caso, calzanti fino all’inverosimile. Questo è il paragone esilarante espresso  da uno che di calcio se ne intende come Silvio Berlusconi, che si concede paragoni “irriverenti” ma tragicamente – e comicamente- veri dalle colonne del Foglio, che lo ha intervistato. Certo, chi può negarlo? Il paragone Alfano-Serena regge eccome, quanto a cambi di squadra. Con la differenza sostanziale -uscendo dal gioco – che nel calcio è meno grave, anzi normale, che in carriera si cambino più squadre, se sei bravo. La carriera  politica è cosa più seria e cambiare squadra, addirittura dando una mano sostanziosa a un governo ostile agli elettori che lo hanno votato, si chiama tradimento del mandato elettorale. E poi, alfano non è che sia un grande campione…Ma la battuta più giustamente pesante riguarda Renzi.

Renzi come Balotelli: eterna promessa

Il colpo da maestro – il gol partita- Berlusconi  lo gioca con il suo bersaglio preferito, il premier Matteo Renzi. Berlusconi infatti continuando nel gioco dei paragoni, alla richiesta di sintetizzarne le carateristiche politiche, risponde. Renzi? “Potrebbe essere Balotelli: istrionico, brillante, una grande promessa che non si è mai concretizzata“: troppo cattivo? Fate voi… Un paragone esemplare: lui è un’eterna promessa e soprattutto eterne e irrealizzate le promesse finora fatte agli italiani. Berlusconi sembra divertirsi a tal punto da coinvolgere in questi paragoni calcistici anche i suoi alleati. A proposito di Salvini, riponde indicando un giocatore particolare: «Mi ricorda Romeo Benetti, gran lottatore, ma un po’ troppo rude nei contrasti». Ci sta.

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